La destinazione dell’8 per mille delle imposte sul reddito, prevista da un decreto presidenziale all’esame del CdM, non deve fermarsi alla riqualificazione delle strutture scolastiche ma va allargata alle attività a sostegno della didattica che i nostri istituti sono costrette a portare avanti con un terzo dei fondi che venivano assegnati tre anni fa. A chiederlo è l’associazione sindacale Anief, secondo cui è fondamentale non solo mettere in sicurezza in nostri istituti, ma anche mandare un segnale di incoraggiamento a quel personale, quasi un milione di lavoratori tra docenti e Ata, che a seguito degli ultimi tagli alla spesa scolastica continuano a svolgere la loro quotidiana attività professionale con incentivi che possono essere paragonati ai rimborsi spese di chi fa volontariato.
Ai tagli draconiani decisi nel 2008 con la Legge n. 133 Tremonti-Gelmini – che ha sottratto alla scuola 8 miliardi di euro, 200mila posti e 4mila scuola – negli ultimi anni si sono infatti aggiunte le forti riduzioni del Miglioramento dell’offerta formativa: il finanziamento – utilizzato per attività fondamentali per le scuole – come il fondo d’istituto, i corsi di recupero, i turni notturni nei convitti, gli incarichi extra per il personale Ata, le funzioni strumentali per l’attuazione del POF, i progetti, le ore eccedenti per pratica sportiva e sostitutive dei colleghi assenti, le aree a rischio sociale o immigratorio – si è assottigliato di un terzo, passando dai 1.480 milioni del 2010/2011 ai 521 milioni (più ‘spiccioli’ in fase di conguaglio) dell’anno in corso.
Anief ricorda che si tratta del punto più basso della sottrazione sistematica di fondi all’istruzione pubblica e che sta mettendo i nostri istituti scolastici sempre più in difficoltà. E siccome la riforma “brunettiana” del pubblico impiego, varata nel 2009, non promette nulla di buono per il futuro, perché impone ai comparti pubblici, quindi anche alla Scuola, di reperire le risorse per i propri dipendenti solo assorbendole al proprio interno, bisogna cogliere al volo la decisione del Governo di andare a modificare il regolamento sulla ripartizione dell’8 per mille a diretta gestione statale. Si tratta, oltretutto, di una proposta cui l’Anief aderì anche due anni fa, quando un progetto analogo fu presentato alla Camera dall’ex on. Tonino Russo (PD).
“La sicurezza delle scuole, mettendo a norma il loro stato edilizio, è la priorità delle priorità e su questo siamo tutti d’accordo – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – ma nella scuole oggi si svolgono miriadi di attività quasi senza più finanziamenti, per puro spirito etico. È una situazione intollerabile: ad esempio, non si possono dare ad un coordinatore di classe, con tutto il lavoro che comporta, anche di raccordo con la dirigenza e con le famiglie, appena 100 euro lordi l’anno. O anche meno, come è accaduto quest’anno in non pochi istituti”.
“Tra l’altro, la soluzione dell’8 per mille da destinare direttamente per la gestione delle scuola – continua Pacifico – non comporterebbe alcun aggravio di spesa: si rivelerebbe, invece, estremamente preziosa per le nostre 8mila scuole. A cui da alcuni anni è stata affidata un’autonomia ‘zoppa’: alle scuole, infatti sono venuti sempre meno quei finanziamenti necessari per tenere in piedi quei progetti e quelle attività di rinforzo della didattica inclusi nei Piani dell’offerta formativa”.
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