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Anna Ascani viceministro. Il no del WEB: è renziana e ha difeso la legge 107

Non vogliamo Anna Ascani come sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, un governo nuovo che si richiama alla discontinuità deve sicuramente rompere con il passato: è la posizione assunta dai Partigiani della Scuola Pubblica e dal Gruppo FB Professione Insegnante.
“Sul nome di Anna Ascani – si legge in un comunicato congiunto– c’è da fare qualche considerazione importante; l’on Ascani rappresenta infatti una delle punte del renzismo, una persona che ha sostenuto in modo deciso la riforma 107 e quindi un elemento di continuità con il passato. Lo stesso partito che la propone e che parla di discontinuità dovrebbe cedere il comparto istruzione al M5S”.
Per la verità il PD ha già “ceduto” il posto di Ministro a Lorenzo Fioramonti che, nel Governo precedente ha già ricoperto il ruolo di viceministro, ma PI e PSP non sono ancora soddisfatti e chiedono che anche i due posti di sottosegretario vengano assegnati al M5S.

Perchè il NO alla Ascani

“Il primo motivo – sostengono – riguarda il fallimento della riforma, ammesso chiaramente dallo stesso PD. Tale fallimento porta ad un cambio di testimone, adesso è l’altra forza di governo a doversene occupare avendo anche fondato la propria campagna elettorale sull’istruzione. Il secondo attiene ad una suddivisione dei compiti. Il prof. Fioramonti viene da una formazione in contesto di università e ricerca, è indispensabile che i sottosegretari portino competenze dirette nel comparto scuola”.
Ma c’è anche un ulteriore motivo, legato al fatto che nel M5S ci sono numerosi parlamentari
che si occupano di scuola e che vengono dalla scuola” (e qui vengono citati Bianca Granato, Lucia Azzolina, Luigi Gallo e Nicola Morra).
“Per questi motivi – concludono – riteniamo doverosa la decisione di attribuire incarichi di sottosegretario a chi la scuola l’ha vissuta per anni e soprattutto a chi ha fortemente contrastato i danni della legge 107.
La senatrice Bianca Laura Granato, ad esempio, è stata in prima linea contro la pessima riforma e protagonista in Parlamento con la scrittura di norme contro la chiamata diretta, gli ambiti territoriali e tante altre proposte. Come si può pensare di modificare e abolire diverse norme della legge 107 dando incarichi di peso a chi l’ha sostenuta nel precedente governo?”.

Non accadeva neppure nei monocolore democristiani

Tutto legittimo, ma ci sono alcune questioni da risolvere.
In primo luogo c’è da dire che forse neppure nei monocolore democristiani degli anni ’50 accadeva che un ministero venisse completamente “occupato” da parlamentari della DC (qualche sottosegretario “tecnico” c’è sempre stato); in secondo luogo è un po’ curioso che si dimentichi che del Governo fa parte anche LEU che, a buon diritto, potrebbe aspirare di mettere piede a Viale Trastevere.
Ma, soprattutto, c’è un modo politico da risolvere: nelle sue prime dichiarazioni il ministro Fioramonti ha già detto che l’abrogazione della legge 107 non è in agenda; anzi è in programma una revisione della legge stessa cercando di mantenere le cose buone in essa contenute e di cancellare quelle sbagliate (chiamata diretta e ambiti territoriali innanzitutto).

Reginaldo Palermo

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