In questi ultimi mesi si è infiammato il dibattito sulla possibilità di abolire i voti scuola o, magari, solo quelli più bassi. Abbiamo trattato il tema delle valutazioni più volte, affrontando anche il caso di un’intera sezione del liceo Morgagni di Roma che ha avviato una sperimentazione relativa alla valutazione dialogica.
A dire la propria sui voti a scuola e, in generale, sui giudizi nella vita è stata la famosa cantante Anna Oxa, reduce dal suo ritorno al Festival di Sanremo, che ha concesso un’intervista alla giornalista Francesca Fagnani nel corso della puntata del programma Belve andata in onda lo scorso 21 febbraio.
Qui, tra le varie questioni emerse nel corso della raffica di domande e risposte tra la Oxa e la Fagnani, c’è stata anche quella della scuola senza voti. La cantante, discutendo della posizione in classifica della sua canzone, arrivata solo 25esima, ha detto: “Per me non esiste un voto. Ho mandato i miei figli in una scuola steineriana dove non esistono i voti. Poi dipende chi è che dà il voto. Per me il voto non ha mai contato niente”.
“Il vero voto è quello che tu hai trasferito. Il voto non è un numero, potrebbe essere qualcos’altro”, ha aggiunto, parlando delle emozioni e delle sensazioni che si trasmettono con la musica, aspetto per lei di gran lunga più importante di una valutazione.
A proposito della scuola senza voti ci sono entusiasti e detrattori: c’è chi pensa che i voti non siano importanti e che non si possa valutare il percorso di uno studente riducendolo a un solo numero. C’è anche chi crede che penalizzare troppo gli alunni con voti bassi possa avere delle conseguenze negative a livello psicologico.
Dall’altro lato c’è chi sostiene che i voti, anche quelli bassi, servano per formare il carattere di ogni giovane, che solo dagli errori può imparare davvero, e che eliminando i voti la scuola diventerebbe praticamente un passeggiata per gli studenti.
Qualche settimana fa Philipp Achammer, assessore provinciale alla scuola in lingua tedesca, si è scagliato contro la pratica di assegnare voti bassi agli studenti in pagella. “Non hanno alcun valore educativo e pedagogico”, ha spiegato, proponendo di abolire i voti sotto il quattro.
Su questa questione abbiamo interrogato i nostri lettori con un sondaggio: due docenti su tre tra coloro che hanno partecipato alla nostra indagine hanno espresso il loro disaccordo sulla proposta.
Come si legge sul sito della Federazione delle scuole Steiner-Waldorf in Italia, “alla base della pedagogia Steiner-Waldorf vi sono un’antropologia e una psicologia evolutiva, che sono contenute nel testo fondamentale “Antropologia generale” di Rudolf Steiner (1919). La pedagogia Steiner-Waldorf parte dalla premessa che ogni essere umano vive tre diversi aspetti dell’esistenza: quello esteriore/fisico, direttamente percepibile attraverso i sensi; quello interiore, fatto di esperienze personali, che gli permette di relazionarsi con il mondo esterno e che si esprime nei suoi pensieri, sentimenti e atti volitivi; quello in cui nella sua individualità giungono ad esprimersi ideali e contenuti patrimonio dell’intera umanità; in essi il mondo e l’esistenza si rivelano all’individuo nella loro natura reale e completa. La pedagogia Steiner-Waldorf tiene in alta considerazione le tappe dello sviluppo fisico-emotivo dell’alunno e programma le attività didattiche in relazione alla maturità specifica di ogni classe. Materie quali la storia e la geografia, ad esempio, vengono realmente comprese solo quando il bambino ha una piena percezione spazio-temporale (9-10 anni)”.
Come vengono valutati gli alunni nelle scuole dove si applica questa filosofia? “I genitori ricevono periodicamente una relazione che riguarda il comportamento e i progressi del bambino in ogni ambito: non si fa quindi una semplice valutazione di merito o di rendimento, ma si cerca di inserire questi aspetti come sfondo di una considerazione più grave; generale dello sviluppo dell’allievo. La valutazione è uno strumento che serve a monitorare i progressi del singolo alunno rispetto a se stesso, e non deriva dal confronto con gli altri alunni della stessa classe. Nei primi anni di scuola, al bambino viene consegnata una breve storia o una poesia che rispecchi metaforicamente il suo carattere, i suoi talenti, le sue qualità e fornisca piccoli suggerimenti che in prospettiva lo aiutino a progredire. Il documento di valutazione ufficiale, destinato nei primi anni solo ai genitori, viene condiviso con i ragazzi a partire dai 12 anni”, si legge ancora nel sito.
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