Ancora aggiornamenti sul caso della circolare scritta da Annalisa Savino, preside del liceo Leonardo Da Vinci di Firenze che ha messo in relazione aggressioni come quella del liceo Michelangiolo dello scorso 18 febbraio con rischi di “rigurgiti fascisti”.
La lettera è stata ampiamente criticata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, contro cui si è abbattuta una vera e propria bufera mediatica. Mentre in molti hanno espresso solidarietà alla preside, lo scorso 23 febbraio è stato affisso, all’ingresso della scuola, uno striscione con le seguenti parole: “Non ci fermerà una circolare, studenti liberi di lottare”.
Blocco Studentesco rivendica le azioni
L’atto è stato poi rivendicato dai membri di Blocco Studentesco, l’associazione giovanile che fa riferimento a Casapound. Davanti allo striscione è stata anche bruciata la circolare in questione. Il clima, insomma, è quanto mai teso. La Savino, come riporta La Repubblica, ha deciso di presentare una denuncia formale alla polizia contro gli autori di questo messaggio.
Le forti parole della dirigente del Leonardo Da Vinci
Ecco le parole di Annalisa Savino, dirigente scolastico del liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Firenze, a commento dell’accaduto, contenute in una circolare rivolta a studenti, famiglie e personale della scuola.
“Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti”, ha esordito.
“‘Odio gli indifferenti’ diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee”, ha scritto la preside che ha continuato: “Siate consapevoli che è in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede e fondato le loro fortune, rovinando quelle di intere generazioni. Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni, di sguardo ripiegato dentro al proprio recinto, abbiamo tutti bisogno di avere fiducia nel futuro e di aprirci al mondo, condannando sempre la violenza e la prepotenza. Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato col suo nome, combattuto con le idee e la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé. Lo pensavano anche tanti italiani per bene 100 anni fa ma non è andata così”, ha concluso Savino.