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Annamaria Furlan: “Ripartire dal basso, mettere al centro i lavoratori”

Sarà uno straordinario momento di democrazia e di partecipazione collettiva l’elezione delle rappresentanze sindacali unitarie che si svolgeranno il 17,18,19 aprile in tutti i settori della pubblica amministrazione, nelle regioni, negli enti locali, nella sanità, nella scuola, negli enti della ricerca e nell’università.

Raramente si parla di queste vere e proprie consultazioni elettorali che avvengono ogni tre anni in tutti i luoghi di lavoro. Anche questa volta in tutte le regioni italiane avremo una verifica importante e l’occasione per un confronto aperto e trasparente con tutti i lavoratori pubblici, in una fase della vita del paese in cui il sindacato deve saper indicare alle istituzioni ed alle forze politiche una propria autonoma e responsabile linea riformista. I corpi intermedi sono ancora forti e radicati nei territori ed in tutti i posti di lavoro.

Nell’era della disintermediazione e dei social network, il sindacato rimane uno dei pochi soggetti in grado di aggregare le persone, combattere la “solitudine di massa” di cui parlava il sociologo David Reisman già negli anni cinquanta. Abbiamo bisogno di luoghi di vera partecipazione, di confronto libero e trasparente dove poter discutere per trovare momenti necessari di mediazione tra stato ed individuo, tra impresa e lavoratori.

Questo vale anche per il settore del pubblico impiego e della scuola, dove la firma dei contratti dopo nove anni di blocco è stata certamente una svolta positiva per tutti i lavoratori. Ma anche un segnale positivo per il futuro del nostro paese, in una stagione in cui per consolidare la ripresa occorre una pubblica amministrazione efficiente; una migliore qualità dei servizi per cittadini e le imprese; una scuola, una università ed un settore della ricerca capaci di comprendere le esigenze delle imprese e del territorio, per concorrere allo sviluppo competitivo del nostro sistema economico e produttivo.

È importante aver riconquistato uno strumento come il contratto, dopo un lungo periodo di blocco delle retribuzioni e di riduzione degli spazi di partecipazione e di contrattazione. Una svolta significativa che ha riportato alla contrattazione di secondo livello materie importanti come la formazione del personale, la valorizzazione professionale, una migliore conciliazione tra lavoro e cura della famiglia ed altri importanti ed innovativi istituti. È stato un successo per il sindacato. Ma è chiaro che dobbiamo fare di più.

E la Cisl è in prima fila per restituire dignità e centralità, non solo risorse economiche importanti, a tutti i dipendenti pubblici che hanno sempre e comunque garantito, con innegabili sacrifici, i servizi ai cittadini in questi lunghi anni di crisi.

Non sempre questo è avvenuto, anche a causa dell’invasività della politica e di una dirigenza non all’altezza del proprio compito, che spesso ha coperto sprechi, inefficienze, episodi di corruzione e casi di assenteismo. Così come dobbiamo fare una grande battaglia sindacale per ridare centralità alla scuola, alla ricerca e all’università che rappresentano una risorsa indispensabile per il nostro paese e per questo devono tornare al più presto ad essere la leva centrale di un processo di crescita, di sviluppo della persona umana e di miglioramento sociale.

Bisogna avere maggiore rispetto per tutti i lavoratori pubblici, scommettere sulle loro competenze, garantire i giusti miglioramenti economici e la progressione di carriera. Sono milioni di persone laboriose di cui nessuno parla mai, e che fanno ogni giorno il proprio dovere con grande umiltà, correttezza, professionalità. Basta con questa retorica dei “fannulloni” utile solo a coprire inefficienze storiche, omissioni della politica, giustificare interventi legislativi calati dall’alto come è avvenuto nella scuola senza alcun confronto con il sindacato ed i lavoratori.

Dobbiamo ripartire dal basso. Negoziare direttamente nei posti di lavoro è per noi il metodo migliore per stabilire obiettivi concreti e percorsi condivisi di riorganizzazione dei servizi pubblici, produttività, innovazione tecnologica, mobilità, qualità del sistema scolastico, coinvolgendo i lavoratori nei processi necessari di riforma. Dobbiamo, insomma, porre le basi, anche nei confronti del nuovo Parlamento e del nuovo Governo, per rivendicare una politica di forte investimento nella formazione del personale, nell’innovazione tecnologica, nel miglioramento delle condizioni lavorative. Occorre fare tutto questo rovesciando la piramide, mettendo al centro i lavoratori e gli iscritti al sindacato, valorizzando il ruolo delle Rsu e dei delegati eletti democraticamente in tutti i luoghi di lavoro. Sono loro i nostri “azionisti” sui quali dobbiamo investire di più in formazione, per renderli i protagonisti veri di una nuova stagione di relazioni sindacali.

Ecco perché il rinnovo delle Rsu in tutti i comparti pubblici nel mese di aprile sarà un appuntamento importante. La scelta tra chi vuole davvero cambiare e chi fa solo promesse demagogiche, l’opzione tra un sindacalismo autonomo dalla politica, pluralista, chiaro e chi invece predilige una linea antagonistica, velleitaria, inconcludente.

PUBBLIREDAZIONALE di Annamaria Furlan Segretaria Generale CISL 

Redazione

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