Per ricordare negli anni settanta cosa erano il 30 politico e gli esami di gruppo all’Università, si riporta come testimonianza lo stralcio di un articolo di Lorenzo Matteoli (Ordinario di Tecnologia dell’Architettura alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino (1980), Preside della Facoltà dal 1981 al 1986, direttore del Dipartimento di Scienze e Tecniche per i Processi di Insediamento (1983-1989) ) dal titolo “Gli esami di gruppo alla Facoltà di Architettura di Torino nei dodici terribili anni 1969-1981” che dice: “Sotto la pressione “illuminata” dello “studente massa” si inventarono altre istituzioni interessanti. Fra le più note il “30 politico” e “l’esame di gruppo”. Spesso i due istituti si associavano in una terza combinazione di “esame di gruppo con 30 politico”.
L’esame di gruppo venne poi portato a superiori livelli di raffinatezza quando venne inventato il “seminario pluricorso”: 4 o 5 professori si associavano per svolgere un seminario annuale su un tema specifico. Gli studenti che seguivano il seminario si qualificavano per avere registrati sul libretto i quattro o cinque esami dei professori consorziati. Ovviamente con un “trenta politico” e un “esame di gruppo”, de rigueur. In parole povere trenta o quaranta studenti, assistiti da 4 o 5 professori, formavano un seminario e alla fine del seminario discutevano i risultati con la commissione composta dai 4 o 5 professori consorziati che registravano il trenta politico per i 4 o 5 esami a tutto il gruppone. La “fabbrica di esami”. Siccome poi era impossibile che tutti discutessero e prendessero la parola la discussione veniva delegata a due o tre fra i più brillanti studenti del gruppo mentre gli altri stavano a sentire rigorosamente muti. Con cinque o sei seminari ti laureavi comodamente senza problemi, molti “compravano” la partecipazione al seminario finanziando il leaderino di turno, non venivano nemmeno in Facoltà se non per la liturgia finale e raccogliere i voti sul libretto”.
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