Oggi, venerdì 14 aprile, è l’anniversario di morte dello scrittore, pedagogista, giornalista e poeta italiano Gianni Rodari che accadeva nel 1980 a Roma.
Proprio in questa giornata si è svolta l’inaugurazione della riapertura di una biblioteca comunale di Ronco Canavese, piccolo paese di montagna in provincia di Torino, con una popolazione di circa 310 abitanti di cui 93 rifugiati ucraini (60 adulti e 33 ragazzi).
A prodigarsi per la riapertura della biblioteca è stata un’ex docente in pensione, Riccarda Viglino, originaria del posto. Inoltre, in collaborazione con l’associazione Gessetti Colorati, si è tenuta un’iniziativa insieme agli studenti della piccola scuola di montagna (per un totale di 20 alunni di cui 10 provenienti dall’Ucraina) e alle loro famiglie: la lettura della filastrocca “La luna di Kiev” di Gianni Rodari, una delle storie più belle scritte dall’autore.
“Le fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle fiabe. Servono alla poesia, alla musica, all’utopia, all’impegno politico: insomma, all’uomo intero, e non solo al fantasticatore”.
Di forte impatto, le opere di Gianni Rodari fanno emergere temi come il bisogno di laicismo all’interno della scuola, l’importante impronta antifascista, gli ideali pacifisti nonché la centralità dell’espressione del bambino. Da menzionare, inoltre, è il ricordo per i 53 anni dal conferimento del prestigioso premio internazionale “Hans Christian Andersen” a Rodari. Un premio che va ricordato con tutti gli onori per riconoscere al grande autore il merito di avere sottratto la letteratura per l’infanzia alla definizione di genere secondario, per farla approdare tra i generi maggiori, là dove la scrittura dell’assurdo o i giochi linguistici di Rodari non hanno nulla da invidiare agli esercizi linguistici di Raymond Queneau o di Italo Calvino.
Di particolare interesse, dal punto di vista didattico, il lavoro di Rodari sulle fiabe classiche, materia prima per costruirci sopra le storie moderne (al modo in cui oggi fa in modo molto efficace anche Emma Dante), come avviene in Grammatica della fantasia, volume prezioso in quanto esempio di come ci si allena alla creatività e alle abilità di decostruzione e ricostruzione, decodifica e codifica delle strutture testuali, ridefinendo personaggi, temi, linguaggi.
Riccarda Viglino per più di quarant’anni ha insegnato nella scuola primaria. Da molti anni si occupa anche della formazione degli adulti in ambito linguistico e storico; dal 1988 ha iniziato la formazione al cooperative learning, metodologia che ha applicato in classe in modo costante, svolgendo poi la formazione per facilitatore e formatore al metodo, presso il CeSeDi di Torino. Fa parte del GIS di Torino, gruppo per l’innovazione nella scuola svolgendo attività di formazione, collabora con associazioni ed enti per la formazione sul territorio. Ha curato per otto anni la didattica di Lingua Italiana per la rivista “l’Educatore”, oggi collabora con la rivista Nuovo Gulliver News, con la cui Casa Editrice ha pubblicato nel 2022 il libro Cooperative learning, proposte didattiche per l’apprendimento cooperativo nella Scuola Primaria.
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