Ricorre oggi, lunedì 23 ottobre, l’anniversario dalla nascita di Gianni Rodari, il più grande scrittore di letteratura per l’infanzia.
“Le fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle fiabe. Servono alla poesia, alla musica, all’utopia, all’impegno politico: insomma, all’uomo intero, e non solo al fantasticatore”.
Di forte impatto, le opere di Gianni Rodari fanno emergere temi come il bisogno di laicismo all’interno della scuola, l’importante impronta antifascista, gli ideali pacifisti nonché la centralità dell’espressione del bambino. Da menzionare, inoltre, è il ricordo per i 53 anni dal conferimento del prestigioso premio internazionale “Hans Christian Andersen” a Rodari. Un premio che va ricordato con tutti gli onori per riconoscere al grande autore il merito di avere sottratto la letteratura per l’infanzia alla definizione di genere secondario, per farla approdare tra i generi maggiori, là dove la scrittura dell’assurdo o i giochi linguistici di Rodari non hanno nulla da invidiare agli esercizi linguistici di Raymond Queneau o di Italo Calvino.
Di particolare interesse, dal punto di vista didattico, il lavoro di Rodari sulle fiabe classiche, materia prima per costruirci sopra le storie moderne (al modo in cui oggi fa in modo molto efficace anche Emma Dante), come avviene in Grammatica della fantasia, volume prezioso in quanto esempio di come ci si allena alla creatività e alle abilità di decostruzione e ricostruzione, decodifica e codifica delle strutture testuali, ridefinendo personaggi, temi, linguaggi.
Come ha affermato di recente Vanessa Roghi, storica e autrice di Lezioni di Fantastica, storia di Gianni Rodari (Laterza, 2020), sul Fatto Quotidiano, “Per Gianni Rodari l’immaginazione è un potente strumento di comprensione della realtà che va esercitato. Per farlo la scuola può essere un’importante alleata: bisogna educare a immaginare, così facendo anche l’utopia può diventare un non luogo da costruire e non solo da vagheggiare. Rodari ha espresso compiutamente queste sue idee in molti articoli, interventi pubblici e anche in un libro che è Grammatica della fantasia (Einaudi, 1973), un libro ancora oggi bellissimo e utilissimo per chiunque creda che l’immaginazione debba avere un posto nel processo educativo in ogni momento della vita”.
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