Potrebbe sembrare un botta e risposta quello tra il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’oggetto dalla controversia sarebbe la figura di Alessandro Manzoni il cui 150esimo anniversario della morte è stato celebrato proprio lunedì 22 maggio dal presidente Mattarella.
Ma procediamo con ordine.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha depositato una corona di fiori sulla tomba dello scrittore a Milano per la celebrazione dell’anniversario di morte e nel suo discorso ha dichiarato: “Nella visione di Manzoni è la persona, in quanto figlia di Dio, e non la stirpe, l’appartenenza a un gruppo etnico o a una comunità nazionale, a essere destinataria di diritti universali, di tutela e di protezione. E’ l’uomo in quanto tale, non solo in quanto appartenente a una nazione, in quanto cittadino, a essere portatore di dignità e di diritti”.
E ha continuato: “Figlio del proprio secolo, Manzoni ha avuto la peculiarità – che appartiene solo ai grandi – di gettare sulla società e sulla realtà storica del suo tempo uno sguardo lungimirante, capace di andare oltre, collegandosi – e spesso ispirandole – alle forze più vive e dinamiche della cultura italiana ed europea, pervase dall’aspirazione alla libertà, all’indipendenza, all’autodeterminazione. Un’aspirazione che non può essere disgiunta dall’opposizione e dalla ripugnanza nei confronti della tirannide, l’abuso di potere, la violenza, l’ingiustizia, specie contro i poveri, gli umili, gli indifesi. Manzoni si è sempre sottratto, per la sua proverbiale riservatezza e anche per ragioni di salute, alla militanza politica in senso stretto. Ma è considerato, ben a ragione, un ispiratore e un propulsore del nostro Risorgimento e dell’Unità d’Italia. Ed è, a tutti gli effetti, un padre della nostra Patria”.
Il ministro Lollobrigida è stato chiamato in causa perché diverse volte ultimamente ha parlato di “sostituzione etnica” e di “tutelare l’etnia italiana”. Ma lui fa spallucce e, intervistato da Repubblica, risponde: “Ma no, credo che il Presidente, se avesse voluto riferirsi a me, avrebbe fatto in modo che lo sapessi prima”.
E ribadisce: “L’Italia, per Manzoni, è ‘una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor’. C’era un forte contenuto patriottico nelle sue opere, esistono autori che hanno affermato e difeso l’identità italiana. Si vuole discutere pure la tutela dell’identità? Ma quando mi soffermo io su questi temi, ormai, c’è sempre un attacco. Non ho mai parlato di razza ma di etnia, vista come raggruppamento che vede una lingua comune. Mi sono stufato di precisare in continuazione. Anzi, ho proprio rinunciato”.