Attualità

Anniversario Maria Montessori, l’italiana più famosa al mondo: quando autoritarismo e competizione creano violenza

Il 6 maggio 1952, senza mai aver smesso di studiare, sperimentare e lavorare, moriva Maria Montessori. L’italiana più famosa al mondo.

Fin da giovane, grazie alla sua specializzazione medica in psichiatria e alla strenua volontà di prendersi cura dei più deboli, soprattutto se in tenera età, capì che i bambini non sono adulti imperfetti, ma anzi custodiscono il mistero dell’apprendimento; che la mano tocca l’evidenza, la mente scopre il segreto; che i piccoli pensano con le mani, i ragazzini con le gambe.

Maria Montessori comprese che non si può educare alla pace, ma bisogna educare nella pace; che autoritarismo e competizione, gli ingredienti ancora al centro della scuola del primo Novecento – che lei stessa aveva subito con grande dolore – creano necessariamente violenza. Sostenne che il futuro di un paese democratico si basa sulla capacità di reintegrare i piccoli in difficoltà. Che il bene comune è necessario per il bene di tutti; che il benessere dei bambini è garanzia di giustizia e corregge la disuguaglianza sociale.

Dal 1907, data di fondazione della prima “casa dei bambini” ideò un metodo scientifico basato sull’osservazione dei più piccoli al lavoro. Una sfida attualissima. Amore e rispetto erano gli ingredienti di una pedagogia che ambiva a cambiare il mondo. In un orizzonte sociale caratterizzato da una mortalità infantile elevatissima, dove chi sopravviveva aera sempre chiamato a lavorare già in tenera età, senza alcuna possibilità di apprendimento, circondato da indifferenza e mancanza di stimoli, si rese conto che un’attività incentrata sulla mente e sulle esigenze della crescita avrebbe radicalmente cambiato (in meglio) la società. Perché dai più piccoli possiamo, anzi dobbiamo anche imparare: entusiasmo, impegno, serietà, dedizione.

Femminista, impegnata attivamente per emancipare le donne, fu tra le prime donne laureate in medicina a Roma, formò allieve in tutto il mondo, scrisse e tenne conferenze ovunque. A parlare tuttavia era il suo lavoro: di fronte ai risultati ottenuti anche in situazioni difficili tutti volevano applicare il suo metodo.

Fu certamente una donna ricca di contraddizioni e non esente da critiche, ma il suo impegno scientifico è oggi un patrimonio culturale imprescindibile: il suo metodo infatti è entrato a far parte della nostra pedagogia, della nostra sensibilità, dimostrando negli anni alcune sue importanti intuizioni e la consapevolezza, non meno preziosa, che la pedagogia, in qualità di scienza sociale, richiede una costante opera di aggiornamento. In questo senso Maria Montessori ha dato vita a una rivoluzione che è nostro compito, ogni giorno, portare avanti.

Perché a giovarne non sono solo i bambini. L’educazione ci riguarda tutti, da vicino.

Dario De Santis

Articoli recenti

L’astensionismo si abbatte anche con l’istruzione

Secondo il radar Swg, che ha studiato gli esiti delle ultime elezioni regionali, scomponendo le percentuali…

22/11/2024

I docenti che criticano con forza la scuola rischiano la sanzione, Fracassi (Cgil): questo codice di comportamento pregiudica la libertà d’espressione

Intervista alla segretaria generale della Flc-Cgil, Gianna Fracassi, a margine di un presidio organizzato il…

21/11/2024

Caso Raimo: un collegio dei docenti della provincia di Varese esprime la propria solidarietà

Con questa mozione, il Collegio Docenti dell'Istituto Comprensivo Dante Alighieri di Cassano Magnago (Va) intende…

21/11/2024

La resa al Governo dei sindacati non scioperanti

I sindacati della scuola che non scioperano il 29  novembre stanno dando un segnale di…

21/11/2024

Mobilità docenti 2025-2028, si procede passo spedito per una chiusura del CCNI entro fine mese. Il punto fatto dalla Gilda Insegnanti

La sindacalista della Gilda Insegnanti Antonietta Toraldo, che si occupa nello specifico della parte contrattuale…

21/11/2024