Attualità

Anniversario morte Pino Daniele, le sue canzoni vengono studiate in alcune scuole usando i linguaggi delle varie materie

Oggi, 4 gennaio, ricorre il nono anniversario dalla morte di Pino Daniele, il celebre musicista e cantante blues napoletano, stroncato da un infarto nel 2015 quasi 60 anni. Qualche mese fa abbiamo parlato di una bella iniziativa che è stata organizzata in suo onore.

Lo scorso ottobre è stato annunciato a Radio Capital il progetto culturale, a cui parteciperanno gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di Benevento e provincia, incentrato sullo studio dei testi delle canzoni del cantante partenopeo.

L’iniziativa è nata dal Presidente dell’Accademia di Santa Sofia, Salvatore Palladino, che ha spiegato il perché di questa scelta: “Pino Daniele è stato particolarmente impegnato nel campo artistico e musicale ma sempre determinato a evidenziare caratteristiche e difficoltà del nostro territorio. La scelta si basa sull’esigenza/opportunità di spingere i giovani ad affrontare una serie di problematiche sociali di grande attualità attraverso la musica e i testi, analizzabili da vari aspetti e utilizzando i linguaggi delle diverse discipline, estrapolandone tematiche su cui dibattere ed esprimersi, manifestando le proprie competenze, creatività e capacità di gestire situazioni nuove”.

Canzoni di Pino Daniele a scuola, le fasi del progetto

Come riporta La Stampa, il progetto si snoderà in tre fasi:

  • fino ai primi mesi del 2024, in ogni istituto superiore del territorio, si svolgeranno delle rappresentazioni volte a introdurre l’artista napoletano ai ragazzi, con la spiegazione del testo di alcune canzoni, racconti di aneddoti e vita vissuta da chi lo ha conosciuto, da musicisti e artisti, con narrazioni, pensieri e ricordi. Durante questi spettacoli si illustreranno agli studenti le tematiche dello spettacolo finale.
  • Successivamente sarà data ad ogni studente una playlist di canzoni del cantautore che dovranno essere imparate e studiate nella composizione, collegandole soprattutto al contesto e al tempo in cui erano state scritte per dare il giusto valore all’opera culturale di Pino Daniele, che ha contribuito fortemente alla formazione di tanti giovani nella sua città e nella Campania tutta. Ci sarà così un periodo di audizioni per scegliere, fra i ragazzi, chi fra loro farà parte della rappresentazione finale che si svolgerà in un teatro di Benevento, con la partecipazione del pubblico.
  • Nell’ultima fase sarà organizzato uno spettacolo, che sarà emozionante e coinvolgente per la qualità dei testi e delle canzoni scelte e per la partecipazione corale di persone che amplificheranno il valore della carriera e della vita dell’artista, che è fra i maggiori esponenti della musica italiana. Si approfondirà anche il suo messaggio, sempre presente, di inclusione, rispetto della diversità e amore per la propria terra.

I testi analizzati saranno “Napule è”, “Yes I know my way”, “A me me piace ‘o blues”, “Quando” e “Sara”.

Musica e modelli negativi per i giovani

Di recente si è parlato spesso di musica napoletana in relazione a testi che inneggiano, al contrario di quelli di Daniele, alla criminalità.

In molti hanno criticato negli scorsi mesi anche molti cantanti, napoletani e non, i cui testi sono giudicati violenti e irrispettosi. A finire sotto i riflettori, ad esempio, è stato Geolier, che ha replicato così: “Nei quartieri i ragazzi devono cambiare mentalità e scappare da tutto questo male. Voglio dirgli che uscire soltanto per divertirsi con gli amici non è da deboli, che andare a scuola non è da scemi, che portare dei fiori a una tipa che gli piace non è una vergogna”, ha esordito.

“Io sono sempre stato come voi, capisco ogni vostra paura e il vostro punto di vista, era anche il mio fino a poco tempo fa. Non guardiamo per terra, i piedi e l’asfalto, vi assicuro che non è difficile alzare la testa e guardare in alto, il cielo, le stelle, dove tutto è bello anche se sembra inarrivabile. Anche io sono cresciuto nel rione dove parlare in italiano era da scemi, andare a scuola era da deboli. Ma il mondo non è questo”.

Redazione

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