E’ questa la posizione del Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità, che critica apertamente il progetto di assumere insegnanti senza prima sottoporre la loro preparazione a un vaglio diretto. Delle 150mila ssunzioni previste, infatti, circa 25.000 sono vincitori o dichiarati idonei nel concorso del 2012, mentre tutti gli altri sono colleghi che hanno lavorato, anche per molti anni, come supplenti.
L’assunzione in massa come si coniuga con il principio del merito, che si sbandiera come caposaldo della grande riforma? Il Gruppo di Firenze precisa: “Qualcosa si può e si deve fare almeno per evitare che eventuali docenti inadeguati si aggiungano a quelli che già si trovano negli organici (per lo più indisturbati).”
Qual è allora l’unico strumento per valutare le capacità di insegnamento dei nuovi docenti? “Lo strumento ci sarebbe, ed è l’anno di prova a cui i nuovi assunti si devono sottoporre e che si conclude con una relazione e un colloquio del candidato di fronte a una commissione di valutazione formata dal dirigente e da due colleghi eletti dal Collegio docenti”
Ma questo istituto si risolve in effetti in un buco nell’acqua: “Nella grande maggioranza dei casi, però, conformemente all’italica allergia al rigore e alla responsabilità, la cosa viene trattata come una pura formalità, con la consueta collusione, per omissione di controlli, dell’apparato ministeriale. Nei rari casi in cui l’anno di prova non viene superato, lo si fa ripetere l’anno successivo in un’altra scuola e alla fine anche i peggiori ce la fanno. Di conseguenza, tra tanti sbandierati diritti, gli studenti italiani non hanno mai avuto la certezza di incontrare maestri e professori all’altezza del loro compito”.
La proposta allora del Gruppo di Firenze è chiara: “Si può allora chiedere al Ministro Giannini e al Presidente del Consiglio di rottamare anche questa consuetudine e di rendere veramente rigorosa la prova, possibilmente integrando le commissioni con un funzionario degli uffici scolastici provinciali o regionali?”
La Commissione che valuta il docente neoassunto dovrebbe essere dunque più severa e rigorosa.Il problema però resta sempre quello: come si valuta un bravo insegnante? Chi è un bravo insegnante? Bella domanda, da anni senza risposta, manco se fosse un’indagine sull’esistenza di Dio…