I docenti neo-immessi in ruolo in fase B continuano a chiedersi cosa ci sia di giusto e democratico nell’ iniquo trattamento riservato alle due fasi (B e C). Al primo danno, che ha visto i docenti della fase B assegnati su classi di concorso, ordini di scuola e regione diversi da quelli di appartenenza, si è aggiunta la beffa successiva che ha visto una fase C avanzare a tutto danno della prima.
La beffa continua se si pensa che la maggior parte dei docenti di fase B si è vista negare anche la possibilità di svolgere l’anno di prova, poichè assunta sul sostegno nella scuola secondaria di I grado e destinataria di una supplenza fino al 30/06 su scuola secondaria di II grado e sulle proprie discipline d’insegnamento; i docenti della fase C, invece, assunti su potenziamento, anche se su ordini di scuola diversi potranno svolgere l’anno di prova (l’hanno definita l’eccezione alla regola…).
Quale giustizia c’è nella scelta di utilizzare due pesi e due misure nei confronti di una stessa categoria di lavoratori appartenenti ad una stessa graduatoria? Quanto può ritenersi giusta tale scelta se la misura più vantaggiosa è riservata a quanti hanno oggettivamente un peso minore perchè nelle graduatorie seguono i colleghi di fase B con un punteggio nettamente inferiore?
Continuiamo ancora a sperare che il Miur trovi presto una soluzione al torto subito da tutti i docenti assunti in fase B.
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