“A breve le linee guida del ministero saranno pronte. Stiamo portando avanti il confronto con le varie parti coinvolte”: l’annuncio è della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, nell’ultimo giorno di scuola contrassegnato anche dallo sciopero proclamato dai sindacati.
La titolare del Mi ha detto che non c’è alcun ritardo, facendo capire che le soluzioni da attuare a settembre non saranno uguali per tutte le scuole: abbiamo “già iniziato a costituire i tavoli regionali. Perché dovrà essere sui territori che andremo fisicamente a costruire le soluzioni, in modo chirurgico. Nelle singole scuole, che in questo Paese sono molto diverse le une dalle altre”.
Azzolina conferma che si realizzerà “un monitoraggio costante delle varie situazioni e delle difficoltà da superare. E ce ne saranno, è indubbio. Ma lo ripeto: abbiamo gli strumenti per risolverle”.
Il ministero è pronto a tutto: “dobbiamo augurarci che la minaccia del virus diventi presto un brutto ricordo, ma saremo comunque pronti ad ogni scenario”, perché “il tema della sicurezza a scuola è molto serio e richiede prudenza, anche nei giudizi e nei commenti”.
Poi, ha preso le distanze dalle critiche go go sull’ipotesi dei plaxiglass nelle aule, di cui si era parlato durante l’incontro tenuto con sindacati e parti sociali il 4 giugno Palazzo Chigi proprio sulla ripresa della didattica in presenza.
“Nessuno del Comitato tecnico-scientifico, e tanto meno qui al Ministero, ha mai immaginato di chiudere gli studenti dentro cabine di sicurezza, come è stato invece raccontato in queste ore, in maniera quanto meno superficiale. Ho visto immagini surreali di ragazzi chiusi dentro a strutture simili a gabbie. Questa è disinformazione. Nessuno ha mai pensato a cose del genere”, ha tagliato corto Azzolona.
Poi ha aggiunto: “La Dad ci ha aiutato, ma a settembre torneremo alle lezioni in presenza. Siamo al lavoro per questo. Non esistono soluzioni miracolose, ma di buon senso sì. E abbiamo strumenti e risorse per realizzarle. Abbiamo anche le idee chiare sui tempi”. Idee che però devono ancora essere rese pubbliche.
Poi ha aggiunto che “sono due anni che parlo del problema delle classi pollaio. E oggi finalmente tutti si accorgono del numero di alunni nelle classi delle scuole italiane. Siamo al lavoro, giorno e notte, per riportare gli studenti a scuola con le giuste misure di sicurezza”.
Azzolina ha quindi parlato dell’anno scolastico “del tutto straordinario” che si è concluso in queste ore: “ci ha messo alla prova e che certamente ricorderemo nel tempo”.
“Qualcuno oggi sarà riuscito a salutarsi, forse a distanza. Altri lo faranno probabilmente nelle prossime settimane”.
“In questi mesi c’è stato un grande dibattito sulla didattica digitale: è stata una prova molto impegnativa per tutti, ma so che in tanti hanno apprezzato il lavoro fatto. Siamo partiti da zero. Abbiamo costruito un modello che ha permesso di salvare l’anno scolastico. E la scuola si è riscoperta un po’ più digitale”.
Sull’esame di maturità ha detto che sarà “un primo passo verso la riapertura delle scuole”.
Al Sole 24 Ore, la titolare del Mi ha anche detto che “per le scuole di secondo grado abbiamo semplificato molto gli esami, ma li abbiamo mantenuti. Ed era importante farlo. Per preservare sia l’aspetto formale di una prova che porta al conseguimento del diploma finale sia quello sostanziale ed emotivo”.
“Non facendo l’esame – ha aggiunto Azzolina – avremmo privato i candidati del 2020 di un pezzo importante della loro storia scolastica. Forse avremmo raccolto anche un facile consenso. Ma in futuro, ne sono convinta, i maturandi del 2020 avrebbero guardato a questo mancato momento di passaggio con amarezza e rimpianto”.
Ci sono docenti, soprattutto over 55, e studenti che temono per la loro salute. “Staremo vicini a dirigenti e insegnanti, rispondendo anche a eventuali dubbi pratici. Capisco le ansie di chi vorrebbe che l’esame non si facesse, ma ci tengo a rassicurare i ragazzi: i docenti terranno conto delle difficoltà che tutti possono aver incontrato svolgendo le lezioni a distanza”.
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