Nella scuola, in apertura del nuovo anno, si torna a discutere di temi vecchi o almeno già ampiamente noti.
Ne parliamo con Mario Rusconi, presidente dell’ANP Roma.
Allora, come le sembra il dibattito di questi giorni? Non le pare un po’ moscio ? Non ci sono grandi novità, si ripetono storie vecchie. O no?
Una delle immagini che amo citare spesso quando intervengo sulle problematiche scolastiche riguarda la serra delle orchidee. Cosa c’entrano quei bei fiori con la scuola, potrebbe obiettare qualcuno?
Ebbene, la metafora a mio parere è molto pertinente. Mi spiego.
Sentiamo…
Da sempre, sulla base di una pluriennale (ahimè!) esperienza ho maturato la convinzione che le questioni attinenti la formazione dei nostri bambini e ragazzi debbano essere trattate con l’accuratezza, la delicatezza, la passione gentile e fervida di un floricultore di orchidee.
Se vengono alterate le condizioni di base, la temperatura, l’umidità, l’insolazione il rischio per questi magnifici fiori è altissimo, l’ambiente si degrada, tutto tende a deperire.
Uscendo dalla metafora, ho sempre desiderato (invano?) che, quando si parli di scuola, si tenga conto di atteggiamenti, espressioni, linguaggio adatti a non incorrere nel rischio di…deperimento delle idee!
Che è appunto ciò che – mi sembra – sta accadendo in questi giorni: idee non propriamente nuove spesso formulate con pressapochismo o con slogan buoni per ogni stagione
Secondo me non possono e non debbono mai mancare osservazioni basate su riflessione professionale, compiutezza di proposte, anche nettezza di contrapposizioni purché espresse con quel livello di civismo che invochiamo da sempre come dote da coltivare da parte dei nostri studenti.
Criticare per partito preso, senza contestualizzare il problema, non trattandolo in modo preciso, esprimersi con slogan “trompe l’oeil ” senza adeguatamente argomentare, usare espressioni aggressive …tutto ciò richiama più alcuni talk show televisivi che un serio dibattito su questioni serie.
Prendiamo ad esempio il tema del telefonino in classe.
Cosa ne pensa del livello del dibattito?
Argomenti come l’uso, spesso abuso, del cellulare in classe da parte di studenti, deve essere affrontato con laica professionalità.
Sostenere, come fanno alcuni evidentemente molto lontani dalla frequentazione a scuola, che sia necessario utilizzare in classe il cellulare per collegarsi …col mondo dell’informazione significa dimenticare che la stragrande maggioranza delle nostre aule dispone di pc, di lim, di ipad adatti allo scopo formativo.
Per non parlare del problema, vecchio, anzi vecchissimo, delle occupazioni studentesche…
Minimizzare atteggiamenti/comportamenti lesivi della dignità delle persone o della funzionalità degli edifici scolastici, ridurli a ragazzate, vuol dire anzitutto non conoscere le norme vigenti (in primis lo Statuto degli studenti) opportunamente richiamate in una recente circolare ministeriale, in secondo luogo assumere l’arrendevolezza, talvolta la compiacenza verso forme aggressive ed antisociali come una sorta di tollerante, gentile simpatia per l’esuberanza giovanile.
Forse manca, come sempre, una visione d’insieme dei problemi;
le questioni della scuola andrebbero affrontate con un’ottica di sistema e non a comparti stagni
Esattamente: nella scuola, come in ogni altro settore di vita e lavoro, non esiste un prima ed un dopo. Prima le grandi riforme, poi tutto il resto.
Il sistema deve essere padroneggiato in contemporanea, senza essere pervasi dalla facile, autoassolvente forma di benaltrismo: prima di (telefonini, misure recuperative, attenzione per i docenti…) affrontiamo i grandi temi portanti.
Che, in genere, per esperienza, si perdono cammin facendo, se non si tiene conto dell’insieme.
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