A nome dei diritti degli allievi disabili riceviamo e pubblichiamo volentieri il contributo della prof.ssa precaria specializzata Maria Carmela Fanello.
Inizia a breve un nuovo anno scolastico e ci ritroviamo, da subito, ad affrontare “vecchie” ma sempre più gravi difficoltà per poter garantire agli allievi e alle allieve disabili il diritto all’istruzione, sancito dalla Costituzione, dalla legge 104 e da centinaia di pronunciamenti dei vari Tar in tutto il territorio italiano.
Le nostre RSU dell’IIS “P. Boselli” di Torino denunciano che l’AT di Torino, senza alcuna spiegazione plausibile, ha deciso di “tagliare” anche quest’anno ben 22 cattedre di sostegno: delle 69 cattedre richieste ne sono state assegnate solo 47!! Tutto ciò nonostante lo scorso anno scolastico alcune famiglie hanno presentato (e vinto!!) il ricorso al Tar per il riconoscimento delle 18 ore ai propri figli.
I numeri parlano chiaro, all’IIS Boselli risultano iscritti 95 allievi disabili di cui:
• 36 “complessi”, cioè in situazione di forte gravità, per i quali è indispensabile (per legge!!) un rapporto esclusivo con il docente di sostegno (rapporto 1 a 1). Questi allievi necessitano di una copertura oraria di 18 ore settimanali di sostegno.
• 22, anche se in situazione di gravità, gli estensori del modello H avevano chiesto una copertura oraria tra le 12 e le 15 ore settimanali di sostegno.
La situazione che inevitabilmente si creerà sarà, quindi, questa: se agli allievi con “forte” gravità saranno assegnati (come dev’essere per legge!!) 36 insegnanti di sostegno e agli altri gravi almeno 14 insegnanti (calcolando almeno 12 ore), gli altri 37 allievi certificati NON POTRANNO USUFRUIRE di alcuna ora di sostegno.
E’ evidente che ciò non permetterà una normale attività didattica, si verrà a creare una situazione di “illegittimità” con la conseguenza di “demolire” quello che la legge 104 considera fondamentale: l’integrazione.
Il ruolo che, ormai da decenni, l’Istituto “Boselli” ha avuto nell’inclusione e integrazione degli allievi disabili è riconosciuto da tutti: genitori, istituzioni locali e, perfino, dall’USR Piemonte. La volontà dell’AT di Torino, invece, sembra, sempre di più, quella di “eliminare” tutto quanto di buono fatto in questi anni.
La prima domanda che sorge spontanea è: dobbiamo veramente affidare ai tribunali il riconoscimento di un diritto fondamentale?
Le famiglie che l’anno scorso hanno presentato il ricorso hanno visto riconosciuto dal Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte il diritto ad avere sin da subito le ore di sostegno negate per i loro figli nel corso del corrente anno scolastico. Non solo: come indennizzo per il ritardo con cui è arrivata la sentenza, il giudice ha altresì riconosciuto il diritto al risarcimento del danno per tutti gli alunni a favore dei quali ha ordinato l’integrazione delle ore. Il T.A.R. Piemonte ha confermato in maniera inequivocabile che il diritto all’integrazione mediante le ore di sostegno dei disabili è un diritto soggettivo assoluto non condizionabile da vincoli economici o di organico, come aveva già riconosciuto la sentenza della Corte Costituzionale 26/2/2010 n. 80
Il nostro obiettivo, qui e ora, è che venga riconosciuta la continuità della sentenza: sarebbe una presa in giro ancora più bruciante, non cambiando il quadro della disabilità, limitare il valore della sentenza solamente all’anno scorso, costringendo in questo modo le famiglie alla trafila (e alla fatica) di un nuovo ricorso identico a quello appena vinto.
Il dover ricorrere a strumenti legali (il ricorso) per garantire il rispetto del diritto allo studio per tutti non rappresenta una via eticamente e pedagogicamente corretta, ma soprattutto è illogico anche in termini economici perché, in tal modo, l’Ust è costretta a pagare con i soldi pubblici le spese relative ai ricorsi vinti dalle famiglie.
Sarebbe più corretto utilizzare tali denari pubblici per investirli su risorse per il sostegno agli allievi disabili. Per questi motivi chiediamo all’AT di Torino e a tutte le istituzioni di assegnare, da subito, le 22 cattedre ìrichieste.
In caso contrario adiremo le vie legali e ci rivolgeremo alla Corte dei Conti denunciando lo spreco di denaro pubblico da parte dell’AT per pagare le spese dei ricorsi.
Non siamo certo fra coloro che ritengono che la “qualità della scuola” anche per gli studenti disabili dipenda solo dal numero degli insegnanti assegnati ma è evidentemente che questa situazione di ingiustizia assoluta che continua a peggiorare non potrà che essere impugnata da noi e dalle famiglie degli studenti ricorrendo alla legge ed ai ricorsi di fronte al tar Piemonte che cresceranno, inevitabilmente, in maniera esponenziale di fronte a queste palesi ingiustizie!