Nulla di nuovo sotto il sole.
Si apre un nuovo anno scolastico ma i problemi sono quelli di sempre, anzi si presentano persino più gravi rispetto al passato.
Come di consueto le lezioni inizieranno con migliaia di cattedre scoperte che verranno coperte con supplenti nominate “fino all’avente titolo” con gli inevitabili “balletti” che andranno avanti almeno fino a Natale.
Nei prossimi giorni dirigenti scolastici e direttori dei servizi dovranno mettersi al lavoro per predisporre il Programma annuale per il periodo settembre/dicembre 2012 (in pratica, fino alla metà di ottobre almeno, le scuole non potranno assumere impegni di spesa e quindi non potranno neppure sostituire il toner della fotocopiatrice).
Tra l’altro va anche detto che, a tutt’oggi, moltissime scuole non dispongono neppure dei dati contabili minimi per poter redigere il Programma Annuale.
Fra una quindicina di giorni si dovrebbero aprire le contrattazioni di istituto per definire la gestione del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, ma il fatto è che non si conosce ancora l’entità del fondo (come è noto si sta discutendo a livello nazionale di “tagliare” drasticamente il fondo per poter garantire gli scatti stipendiali).
In Lombardia il 40% delle istituzioni scolastiche inizia l’anno con un dirigente a metà servizio (se tutto va bene) in attesa che a novembre si sciolga il nodo del concorso e delle “buste trasparenti”.
In molte regioni del sud (Campania e Sicilia in testa) dove il dimensionamento è stato effettuato in modo approssimativo ci sono centinaia di istituzioni scolastiche che non raggiungono i parametri fissati dalla legge e quindi non hanno dirigente e dsga titolari (e non li avranno neppure in futuro).
In tutto questo marasma il Ministro favoleggia di altre 34mila assunzioni nel 2013, dimenticando di chiarire che per procedere concretamente bisognerà pur sempre avere il via libera del MEF (va ascritto a merito di Francesco Profumo il fatto di aver almeno ammesso, seppure in ritardo, che le 21mila assunzioni di questi giorni servono solamente a rimpiazzare altrettanti pensionamenti).
In mezzo a questo autentico disastro, c’è poi chi mette in primo piano la questione del disegno ddl 953 sulle norme di autogoverno delle scuole.
Insomma, siamo davvero alle solite: 4 anni fa, mentre si dava avvio al piano di riduzione di organici previsto dall’articolo 64 della legge 133, i sindacati della scuola protestavano (invitavano a scioperare) contro il maestro unico del “decreto Gelmini” di inizio settembre.
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