Monta la contestazione degli insegnanti precari in vista del nuovo anno scolastico: a lamentarsi, in particolare, sono gli aspiranti docenti che rischiano di rimanere quest’anno senza assunzione a tempo indeterminato o addirittura senza posto di lavoro annuale.
A Firenze è previsto, per il 30 agosto, un flash mob di protesta davanti all’Ufficio scolastico regionale della Toscana da parte dei docenti idonei al concorso 2020: secondo quanto spiega in una nota la Flc-Cgil Toscana, che sostiene l’iniziativa, al centro della mobilitazione la decisione del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara di “limitare le assunzioni del personale docente”. Per la Toscana, secondo il sindacato, significherebbe assumere solo 2.367 docenti rispetto ai 3.400 posti vacanti.
Secondo la Flc-Cgil è “una scelta che penalizza gravemente chi, pur avendo superato con successo tutte le prove di procedure concorsuali già espletate, si trova estromesso dall’immissione in ruolo per l’incapienza del contingente e rischia vedere ulteriormente prolungata la propria precarietà per l’incomprensibile e determinata risoluzione a bandire, con l’alibi del Pnrr, nuovi concorsi già dal prossimo autunno”.
Il sindacato si impegna dunque a “intraprendere tutte le strade possibili per ottenere un piano di reclutamento che risponda alle legittime aspettative dei docenti ‘in sospeso’, compresi i partecipanti con esito positivo al concorso Pnrr 2023, e al bisogno di stabilità della scuola italiana”.
Anche il Comitato docenti di sostegno annuncia una manifestazione per il 4 settembre, a Roma, “per una scuola equa, all’altezza delle aspettative degli studenti, che valorizzi il merito e le competenze”.
Il Cds contesta “le politiche del governo in materia di istruzione”, lancia “un grido di allarme” perché “la riforma del sistema scolastico non può essere rimandata”.
Le contestazioni riguardano, in particolare, “la condizione di precariato dei docenti di sostegno: nonostante l’elevata competenza, molti di essi continuano a svolgere supplenze senza prospettive di stabilizzazione”.
E ancora: “Le graduatorie per le classi di concorso Adss (Area Didattica per il Sostegno Specializzato) risultano sature ovunque”.
Quindi, il Comitato docenti di sostegno sostiene che la “costituzione di una graduatoria permanente per il reclutamento su Adaa, Adee, Admm e Adss” per “valorizzare l’esperienza e la formazione dei docenti” che porrebbe “fine al precariato”.
Inoltre, il Comitato chiede “la formazione gratuita dei docenti”, perché “è inaccettabile che i docenti debbano sostenere oneri finanziari significativi per la formazione necessaria all’aggiornamento professionale”. Perché “i costi che ogni singolo docente deve sostenere per la propria formazione” rappresentano “un onere inaccettabile”.
Inoltre, il Cds chiede “una soluzione per i punteggi di titoli/abilitazioni” e “sollecita l’adozione di misure correttive che pongano fine alla disparità determinata dall’attribuzione di questi punteggi”. “La situazione è diventata critica, basta confrontare i numeri di docenti specializzati e di quelli effettivamente occupati, generati dalle politiche di questo governo, con i dati degli anni precedenti e con quelli degli altri Stati membri dell’Unione Europea”, conclude il coordinatore nazionale del Cds, Alessio Golia.
A protestare sono anche i sindacati. Secondo Ivana Barbacci, segretaria generale Cisl Scuola, “l’alto numero di supplenze (i sindacati parlano di 250mila contratti annuali, il Ministro di ‘appena’ 165mila ndr) nasce dai limiti storici di un sistema di reclutamento le cui ripetute modifiche non hanno sortito alcun effetto concreto, creando anzi altri problemi, e da organici che soprattutto sul sostegno vedono decine di migliaia di posti attivati ogni anno solo provvisoriamente. Segno che gli organici di diritto sono largamente insufficienti per rispondere al reale fabbisogno e andrebbero incrementati”.
Per la leader della Cisl Scuola “altre criticità derivano dalle condizioni dettate dal PNRR che, a fronte di posti liberi, hanno di fatto limitato il numero delle assunzioni possibili, quando ci sono migliaia di docenti che hanno già superato positivamente un concorso. Bene sarebbe stato se si fossero introdotte delle flessibilità nelle regole del PNRR tali da consentire lo scorrimento degli idonei, a partire da quelli del 2020, evitando così di dover ripetere prove concorsuali e garantendo altresì al sistema una maggiore stabilità”
“È quindi quanto mai necessario e urgente cambiare questo sistema, rendendo strutturale un doppio canale di reclutamento che riconosca il valore dell’esperienza di lavoro acquisita sul campo, consentendo di incrementare sensibilmente il numero dei posti coperti da personale di ruolo”.
Un primo segnale in questa direzione viene dalle assunzioni da Gps su sostegno, già sperimentate da qualche anno, ma che ha bisogno di diventare modello stabile e aperto a tutte le tipologie di posto”.
Quindi, Barbacci, a nome del sindacato, “chiede al Ministro Valditara un impegno forte nel ricercare con il Parlamento e con la Commissione Europea soluzioni concrete nella direzione indicata, da attuare già da settembre prossimo”.
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