Abbiamo già detto no a nuovi tagli al personale scolastico e diciamo ancora NO a nuovi ventilati tagli al personale ATA. Il “Piano Buona Scuola” perde credibilità ogni giorno che passa e si conferma in continuità con le fallimentari politiche dei Governi precedenti.
Abbiamo motivato la nostra opposizione ai tagli commentando punto per punto il Piano del Governo sulla scuola e spiegato che essi non vanno d’accordo con la “buona scuola”.
L’assenza clamorosa di investimenti anche nel settore dei servizi – niente organico funzionale Ata, zero immissioni in ruolo, ulteriori tagli sul personale tecnico e amministrativo – è un vuoto da colmare. Amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici sono indispensabili per avere scuole accoglienti, sicure e che funzionino. Per funzionare le scuole hanno bisogno di tutte le professionalità e non solo dei docenti. E invece il governo si appresta a licenziare oltre 5.000 precari Ata (dietro ci sono altrettante famiglie) e ad azzerare le supplenze. E questa il governo la chiama lotta alla precarietà? Questa sarebbe la Buona Scuola?
Tagli lineari, riduzioni di personale e dimensionamenti selvaggi non sono gli ingredienti di una riforma, perché sono elementi distruttivi. E non si può pensare di rifinanziare le scuole prendendo risorse dai tagli alle scuole, alle università e alla ricerca.
Non ci può essere il gioco delle tre carte sulle risorse!
Il Governo ci dica quali sono gli investimenti possibili per migliorare la qualità della scuola pubblica e quali sono i tempi per la stabilizzazione del personale.
Le risorse possono essere trovate utilizzando i fondi strutturali, introducendo una tassa sulle transazioni finanziarie e una patrimoniale sulle grandi ricchezze e sulle rendite improduttive, possono derivare dalla lotta all’evasione fiscale e dall’abbandono definitivo di inutili spese militari.
Lo afferma in una nota, il segretario generale della FLC CGIL, Mimmo Pantaleo
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