«Stiamo assistendo a un progressivo imbarbarimento a una pericolosa deriva dei rapporti civili. E credo che una grossa responsabilità ce l’abbia anche la televisione».
Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, intervistato da Avvenire, dichiara che una delle cause che stanno determinando violenza insensata contro dirigenti e prof sia dovuto agli esempi negativi mostrati dalla Tv e citando Karl Popper, mette in guardia «dai deleteri effetti della cattiva maestra televisione».
Per Giannelli occorre “sottolineare che, ormai con preoccupante frequenza, assistiamo a episodi di violenza, verbale e fisica, in film, serie tv e dibattiti vari. L’involgarimento delle relazioni personali è figlio di numerosi fattori tra cui, non ultimo, la spregiudicata spettacolarizzazione della violenza televisiva. Un imbarbarimento che riguarda l’intera società e non soltanto la scuola”.
“Occorre fare una riflessione tutti insieme, perché non si può pensare che la scuola possa farcela da sola. Da anni la scuola è impegnata a combattere violenza e bullismo, di cui, come abbiamo visto in questi giorni, è anche vittima. L’accaduto ci fa comprendere, una volta di più, che la quotidiana abnegazione di tutti i lavoratori della scuola – senza alcuna distinzione tra personale dirigente, docente ed Ata – non è sufficiente, da sola, ad arginare fenomeni sociali di tale complessità”.
“È necessario che tutto il Paese, classe politica in primis, si impegni davvero nel rispetto dei valori fondamentali enunciati dalla nostra Costituzione. Bisogna passare dalla riflessione sui valori alla loro messa in pratica. Invece, stiamo purtroppo assistendo a un cortocircuito dei valori fondanti della nostra convivenza civile”.
“La violenza è, non da oggi, oggetto di riflessione al nostro interno. Questi fatti inaccettabili sono singole lesioni ai principi e ai valori che ho prima ricordato. Ed è gravissimo che, in un così breve lasso di tempo, ci siano già stati almeno 4-5 fatti come quest’ultimo di Foggia. Di fronte a questi episodi la scuola non è inerme, ma non può risolvere, da sola, un problema che riguarda tutta la società”.
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