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ANP Emilia-Romagna: sul contratto dei d.s. Gilda dice il falso

“Il comunicato della Gilda sulla questione del contratto integrativo dei dirigenti scolastici dell’Emilia Romagna si basa su un assunto del tutto sbagliato”: è questo il secco commento di Lamberto Montanari, presidente regionale dell’ANP e vicepresidente nazionale.
Nella mattinata del 15 marzo la nostra testata aveva riportato la protesta della Gilda che, sostiene invece l’ANP, non ha alcun senso di essere.
Intanto, il contratto integrativo appena firmato in Emilia Romagna riguarda non la retribuzione di risultato, come afferma la Gilda, ma la parte variabile della retribuzione di posizione, ossia quella quota di stipendio legata alla complessità della istituzione scolastica che si dirige; complessità che, a sua volta, è determinata dal numero di plessi, di Comuni e di ordini di scuole oltre che dalla eventuale esistenza di specifiche tipologie di ordinamentali (scuola carcercaria, sezioni ospedaliere, aziende agrarie, e così via).
Il contratto non riguarda affatto la retribuzione di risultato che peraltro non è neppure particolarmente rilevante anche perchè per il momento non è ancora decollato il sistema di valutazione dei dirigenti scolastici.
Montanari coglie anche l’occasione per ricordare che “per il momento non è ancora stata avviata la trattativa per il rinnovo del contratto dei dirigenti scolastici, trattativa che dovrebbe finalmente consentire l’avvio della perequazione con gli stipendi delle altre dirigenze statali, grazie agli stanziamenti appositamente previsti dalla legge di bilancio 2018”.
Nel suo comunicato la Gilda Emilia-Romagna ironizza sul fatto che il contratto integrativo premi i dirigenti in modo differenziato basandosi esclusivamente sulla complessità della scuola diretta.
Ma , come si è detto, il contratto riguarda appunto la parte variabile della retribuzione di posizione e non altro.
Quanto al fatto che con questo contratto integrativo i dirigenti della regione abbiano ottenuto un po’ di soldi in più rispetto allo scorso anno, “è dovuto semplicemente al fatto – spiega Montanari – che il fondo complessivamente disponibile è stato ripartito fra i dirigenti effettivamente in servizio che, come è noto, sono sempre di meno perché molte scuole sono affidate in reggenza”.

Reginaldo Palermo

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