L’ipotesi di contratto sulla chiamata per competenze non spiace alla Associazione Nazionale Presidi.
Il sindacato di Giorgo Rembado così commenta l’accordo fra sindacati e Ministero: “Le prerogative dei dirigenti delle scuole sono sostanzialmente fatte salve. Il dirigente, infatti, oltre ad essere titolare del potere di proposta – in sede di collegio – dei criteri da utilizzare per la scelta dei docenti da chiamare, detiene anche il potere decisorio di individuazione dei criteri stessi. La deliberazione collegiale, infatti, ha carattere solo obbligatorio ma non vincolante in quanto la vincolatività, oltre a dover essere prevista espressamente, ma non lo è, non può certo essere imposta per contratto. Il dirigente, inoltre, è titolare esclusivo del potere di individuazione dei docenti a cui proporre gli incarichi triennali. Naturalmente, come previsto dal comma 80 della legge 107/2015, potrà decidere di svolgere dei colloqui”.
Non piace invece per nulla la decisione di inserire nel contratto un elenco di criteri fra i quali i collegi dei docenti dovranno scegliere quelli da adottare nella propria istituzione scolastica.
“L’allegato A dell’ipotesi di accordo – sottolinea l’Anp – fissa, a livello nazionale, un ristretto numero di titoli e di esperienze professionali. Il dirigente deve individuare ‘sino ad un massimo di sei’ tra detti criteri per poi basare su di essi l’individuazione dei docenti a cui proporre, ‘in coerenza con il PTOF e il Piano di miglioramento’, l’incarico triennale. Questa procedura pregiudica palesemente la qualità del servizio pubblico di istruzione che sarà possibile erogare”.
“L’ordinamento autonomistico – spiega il sindacato di Rembado – prevede, anzi impone, di adattare l’offerta formativa alle esigenze dell’utenza e del territorio e, per conseguire questo obiettivo, la legge 107/2015 ha dotato il dirigente dello specifico strumento della ‘chiamata per competenze’. Limitare severamente e rigidamente, erga omnes, la possibilità di scegliere il docente più adatto al singolo PTOF significa negare in radice l’autonomia, a totale svantaggio degli alunni, e contraddice palesemente lo stesso testo dell’accordo”.
Va anche detto che l’Anp protesta anche per l’aggravio di lavoro dei dirigenti delle scuole che deriverà dalla applicazione dell’accordo.
Ma c’è un’altra questione ancora più seria; l’Anp , infatti, ribadisce “la totale indisponibilità dei dirigenti delle scuole ad effettuare la chiamata dei docenti nel mese di agosto”: non è ben chiaro cosa questo significhi ma se davvero un buon numero di dirigenti dovesse decidere di non avviare la procedura per la chiamata diretta, l’incombeza si scaricherebbe tutta sugli uffici scolastici regionali, con conseguenze imprevedibili.
Una domanda arrivata alla nostra redazione, ci impone di fare un chiarimento importante sul 30%…
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni in questi giorni è andata in Lituania a visitare…
Come abbiamo scritto, è partito il 21 dicembre scorso alle 15,10 da Torino Porta Nuova…
La scrittrice Susanna Tamaro è tornata a parlare della sua battaglia contro l'uso troppo pervasivo…
In questo scorcio di fine anno sono diverse le procedure concorsuali e selettive riguardanti il…
Secondo una ricerca recente di Forum PA, la crescita culturale degli otto milioni di studenti…