Anche l’Anp commenta le decisioni del Consiglio dei Ministri, conclusosi la notte scorsa, di riaprire le scuole non più il 7 ma l’11 gennaio.
E anche l’Anp si posiziona sulla nostra riflessione: cosa cambiano tre giorni? Servono per contenere i rischi?
“Fatico a capire le motivazioni di questo tira e molla continuo tra Regioni e Governo- dice il presidente Anp-. Come le loro visioni possano essere così distanti se si basano sugli stessi dati. Riprendere la frequenza il 7 o l’11 gennaio non cambia la situazione di contagi, scuole e trasporti”.
“Se il rapporto dell’ISS attesta che le scuole, dove le mascherine vengono indossate e tutte le regole di distanziamento vengono rispettate, non sono focolaio di contagio, dobbiamo avere il coraggio politico di far tornare gli studenti in presenza. E se il problema è quello del trasporto pubblico, allora lo si deve riorganizzare o potenziare di conseguenza e senza indugi. Siamo tutti stanchi di polemiche politiche che a volte sembrano pretestuose”.
Conclude Giannelli: “oggi sono stati diffusi i risultati di un sondaggio di Save the Children che ci racconta una generazione di studenti stanca, preoccupata, ansiosa che ha la sensazione di aver sprecato un anno e che pensa di pagare in prima persona il prezzo dell’incapacità degli adulti nella gestione della pandemia. Non possiamo far pagare a questi ragazzi un prezzo così alto”.
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