L’Anp, l’Associazione nazionale dei presidi, risponde all’utilizzo delle telecamere per contrastare lo spaccio di droga nelle scuole di Roma: «Se le telecamere vengono messe fuori dagli edifici, nei pressi delle scuole, va benissimo: sono un deterrente contro eventuali tentativi di spaccio o, ancora peggio, di furti”.
Diverso è invece, scrive Il Messaggero che ha intervistato il presidente, per il loro utilizzo dentro le scuole: “Le telecamere non devono assolutamente essere installate all’interno del circuito scolastico. Men che mai nelle aule, a meno che non ci sia una disposizione specifica da parte dell’autorità giudiziaria, per un luogo specifico. Perché, oltre a violare la privacy degli studenti e degli insegnanti, potrebbero creare un clima di intimidazione che non deve esserci all’interno della scuola. Ma se il preside o chi per lui, segnala sospetti di attività illecite, toccherà all’autorità giudiziaria valutare le singole situazioni”.
“L’allarme droga –prosegue l’Anp- è presente in tutti i luoghi di aggregazione frequentati dai giovani: dal bar alla discoteca, fino alla scuola”. Tuttavia “ va considerato che, oltre alle attività di repressione, la scuola deve mettere in campo progetti di prevenzione dell’uso delle droghe, con medici, psicologi e anche operatori della polizia di Stato. La prevenzione si fa con una corretta educazione sanitaria per gli studenti, fin dalle elementari”.
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