È stato presentato il Rapporto dell’Osservatorio Europeo sulla sicurezza, giunto alla sua 15° edizione, realizzato da Demos&Pi e la Fondazione Unipolis. Al centro dell’indagine che ha dato vita al rapporto, dal titolo “Il tempo della paura fluida”, è stato il tema delle paure, sviluppato in tre differenti investigazioni – dal mese di luglio 2023 a novembre 2023 – nel mondo di adulti, giovani adulti e adolescenti, sulle paure che attraversano la società e generano inquietudine fra i cittadini. Il campione ha preso in considerazione paure generazionali e nuove paure in 4 diversi paesi: Italia, Francia, Finlandia e Germania. La ricerca si è concentrata su un settore della società particolarmente importante, perché delinea e rappresenta il futuro: gli adolescenti.
Quali sono le paure?
I problemi di ordine economico continuano a rappresentare la priorità che il Governo nazionale dovrebbe affrontare secondo il 39% degli italiani. I timori che destano maggiore apprensione nei cittadini, giovani e meno giovani, sono quelli riconducibili all’insicurezza globale. A questi timori si aggiungono quelli relativi alle poche o scarse prospettive per i giovani, infatti quasi due terzi degli intervistati in Italia ritengono che i giovani avranno un futuro peggiore rispetto a quello dei genitori. Al centro delle paure anche quelle scaturite dall’uso, che si ritiene massiccio e spesso incontrollato da parte dei giovani, delle tecnologie e in particolare dell’Intelligenza Artificiale: il 66% degli intervistati pensa che IA, Internet e Social Media rendano i giovani adolescenti, identificati tra coloro che hanno tra i 13 e i 19 anni, schiavi di nuovi poteri.
7 italiani su 10 ritengono che la criminalità in Italia sia aumentata rispetto a cinque anni fa e sono oltre il 50% gli intervistati che temono lo scoppio di nuove guerre del mondo.
Le insicurezze legate all’adolescenza
Nella geografia delle paure, il 76% degli adulti e giovani adulti intervistati in Italia ritiene che gli adolescenti di oggi abbiano un maggiore rischio di soffrire d’ansia o di depressione, di uso di droghe, dipendenza da dispositivi digitali e depressione, che sono considerati i tre problemi più seri che devono affrontare gli adolescenti italiani di oggi. Inoltre in Italia, a differenza per esempio dalla Finlandia e la Germania, ma quasi alla pari con la Francia, vi è il livello più basso di soddisfazione economica generale.
Tra i problemi per quanto riguarda il campione italiano, in cima alla graduatoria si colloca l’uso da parte dei giovani e giovanissimi o, meglio, il timore dell’abuso, di alcool, droghe e farmaci (40%).
Il ruolo della scuola
Durante la presentazione del report numerosi sono stati i riferimenti al ruolo della scuola. Matteo Lancini, dell’Associazione Minotauro, ha detto: “dobbiamo preoccuparci di una generazione che spesso non vede nella scuola un luogo di ascolto e accoglienza, quanto quello in cui emergono le debolezze dei genitori e dei docenti”. Secondo tutti gli intervenuti al dibattito al seguito della presentazione del report, rispetto alla dipendenza dalla rete, vanno riconsiderati i ruoli genitoriali e della scuola rispetto all’uso di Internet: Internet, ha detto ancora Lancini, “spesso risponde ai bisogni di socializzazione e a colmare la solitudine, ignorata, degli adolescenti. E nello stesso tempo sono spesso proprio i genitori – pensiamo ai gruppi WhatsApp – che per primi hanno delle dipendenze dalla rete”.
D’altra parte, secondo il report e secondo il parere degli esperti, è proprio grazie alla scuola e alle tante attività ispirata alla cittadinanza, alla presenza massiccia di studenti e studentesse straniere, che gli adolescenti hanno una visione della migrazione come un fenomeno che può rappresentare un’opportunità, sia per chi arriva sia per chi accoglie.
Il report è al link https://www.fondazioneunipolis.org/Documents/XV%20Rapporto%20Osservatorio%20Europeo%20sulla%20Sicurezza_Unipolis_Demos_%20dicembre%202023.pdf