
Il museo sembra essere uno di quei luoghi ideali dove curare, oltre lo spirito e l’anima, per un approccio più completo verso la cultura e il sapere, il bello e l’arte, anche ansia e stress. Tant’è che proprio lì si sono svolte le iniziative del progetto sperimentale ASBA che sta per Anxiety, Stress, Brain-friendly museum, Approach che in italiano corrisponde a “Il museo alleato del cervello contro ansia e stress”, ideato e coordinato dal Centro Studi sulla Storia del Pensiero Biomedico (CESPEB) dell’Università di Milano-Bicocca che ha coinvolto un team di ricercatori e professionisti tra cui storici dell’arte, psicologi e medici.
Lo studio, che ha coinvolto più di 350 cittadini e decine di operatori museali nell’arco degli ultimi tre anni, ha confermato come tutte le attività proposte dai ricercatori all’interno dei musei siano state in grado di ridurre l’ansia e lo stress. Che è una buona notizia, dal momento che frequentarli, i musei, non costa poi tanto e comunque sempre meno di uno psicoterapeuta.
Spiega la responsabile del progetto: “È ormai noto e scientificamente provato che i musei offrono grandi benefici ai visitatori: frequentare un museo permette infatti di alleviare lo stress e l’ansia, di ridurre l’isolamento sociale, di aumentare il livello di autostima. La nostra ricerca vuole comprendere quanto un museo possa essere importante per il benessere dell’individuo e di un’intera comunità, e non da ultimo anche di chi lavora al suo interno”.
La ricerca infatti, è stata condotta misurando i livelli di ansia e stress dei partecipanti all’inizio e alla fine di ogni incontro attraverso questionari, mentre alcuni partecipanti hanno accettato la registrazione della propria attività elettro-corticale con un dispositivo wireless indossabile.
I primi a partecipare all’iniziativa sono stati la Galleria d’Arte Moderna e il Museo di Storia Naturale di Milano, che hanno pure accettato di usare il metodo Mindfulness per raccogliere i primi dati, puntando sulla capacità di concentrarsi sul momento presente, riducendo sia il dolore fisico che quello emotivo.
Ha dichiarato un utente: “Questa esperienza mi ha permesso di rilassarmi, focalizzarmi sui dettagli che – probabilmente – difficilmente avrei notato. Ora mi sento in un inatteso ma piacevole stato di calma che spero si protrarrà per qualche ora”.
La mindfulness è risultata la più efficace soprattutto tra le persone in condizioni iniziali di elevata ansia e stress, con una riduzione dei due fattori di quasi il 25%. Effetti importanti sono risultati anche dall’arteterapia, con una riduzione del 20%. Risultato di poco inferiore per le visite guidate, che hanno generato benefici indipendentemente dal livello iniziale di ansia e stress.
All’interno di questi studi, c’è pure l’Arteterapia che utilizza l’arte a scopo terapeutico per esprimere emozioni e favorire la trasformazione personale, ragion per cui il team di ricerca ha sviluppato anche un “protocollo yoga“, che include posizioni fisiche, tecniche di respirazione e meditazione studiate appositamente pensate per essere praticate tra le collezioni museali.
Poi c’è l’attività “Nature+Art”, una strategia sperimentale che combina gli stimoli del patrimonio museale con quelli della natura, come sottolinea la responsabile del progetto: “Diversi studi dimostrano quanto l’esposizione o il “contatto” con la natura (per esempio parchi, boschi e spiagge) sia associata a un miglioramento della salute e del benessere. Il metodo aspira proprio a combinare l’effetto positivo della natura con gli stimoli benefici provenienti dal patrimonio culturale esposto in un museo”.
Per chi volesse sperimentarlo e dare anche una mano alla ricerca, qui sotto i prossimi appuntamenti, la cui partecipazione è gratuita previa iscrizione: https://www.cespeb.eu/prenotazioni-progetto-asba/.