È giunto alla resa dei conti l’esame delle nuove classi concorsuali: l’11 novembre, la revisione dalle tabelle relative alle nuove classi di concorso è stata presa ufficialmente in carico dalla commissione Cultura alla Camera.
I tempi per esprime il parere obbligatorio, ma non vincolante, sono strettissimi. Perché entro il 1° dicembre verrà pubblicato il bando del nuovo concorso a cattedra e dal Governo è partito l’ordine perentorio di organizzare la selezione proprio sulla base delle rinnova classi di concorso. Considerando che sullo stesso testo dovrà subito dopo esprimersi la commissione analoga di Palazzo Madama, e subito dopo ancora il Consiglio dei ministri, i prossimi giorni saranno sicuramente densi di lavoro.
E portare a termine il compito non sarà facile. Perché sul parere delle commissioni parlamentari pesano le riserve espresse nei giorni scorsi dal Consiglio di Stato, secondo cui il nuovo regolamento non terrebbe conto dei diritti dei docenti precari abilitati inseriti nelle GaE: riserve che, se non accolte, potrebbero essere impugnate e prese in considerazione dai giudici amministrativi e annullare così gli effetti del decreto.
Un’eventualità che diverrebbe certezza nel caso dei docenti precari in musica, operanti nei licei musicali e artistici, i quali al momento sono in possesso di un’abilitazione non afferente alle nuove classi di concorso in via di emanazione: pertanto, poiché l’abilitazione specifica per la classe di concorso in cui si concorre è un titolo imprescindibile, questi candidati, seppure abilitati, potrebbero ritrovarsi ingiustamente estromessi dalla partecipazione alle prove. A meno che non possano partecipare con le vecchie abilitazioni. Non è un caso che lo stesso dubbio sia stato posto anche dal Consiglio di Stato.
Ne abbiamo parlato con Maria Grazia Rocchi (Pd), relatrice del testo in discussione presso la commissione Cultura della Camera: toscana, laureata in Economia e Commercio, conosce bene la scuola perché è anche dirigente scolastico.
Onorevole Rocchi, come farete ad esaminare un testo così complesso e ingarbugliato in una manciata di giorni?
In effetti, dopo che il testo è stato incardinato e preso in carica dalla commissione, ci siamo resi conto che occorreva più tempo. Per questo, oggi la capigruppo ha deciso di allungare i tempi per la formulazione del parere.
Quindi non dovrete più esprimere il vostro parere lunedì 16 novembre?
Verrà formulato al termine della prossima settimana, attorno al 20 di novembre.
Poi nuovo regolamento e tabelle passeranno ai colleghi del Senato?
Esattamente. Il loro esame del testo e il parere da formulare si svilupperanno nella terza decade di novembre. Successivamente tornerà in Consiglio dei ministri, per il via libera definitivo.
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Ma in questo modo, non si farà in tempo ad approvare il tutto prima dell’uscita del bando di concorso a cattedra, da effettuare entro il 1° dicembre?
La staffetta tra i due provvedimenti non è necessaria. Nel senso che il bando di concorso per diventare docenti nel triennio 2016-18 potrà essere pubblicato, inserendovi comunque certamente il numero complessivo dei posti da assegnare ad ogni ciclo scolastico. La definizione specifica delle classi di concorso avverrà in seconda battuta. Ma sarà questione di giorni. Quando si arriverà alla realizzazione delle prove, le nuove classi di concorso saranno già state approvate e quindi utilizzabili.
Ma non si rischia, in questa corsa contro il tempo, di fare qualche pasticcio – si pensi solo ai programmi delle prove preparati all’ultimissimo momento – ed esporsi ai ricorsi degli esclusi?
Direi di noi. Sui programmi ci sono delle commissioni competenti che stanno già operando. Quello che posso assicurargli è che rispetteremo quanto indicato in merito dalla Legge 107 approvata questa estate: questo è certo.
Ma qualora indicaste al Governo delle correzioni da apportare, i tempi si allungherebbero…
Non di molto…
Forse perché, visto che le vostre indicazioni non sono vincolanti, potrebbero non essere prese in considerazione?
Quello che lei dice è possibile. Tuttavia, le faccio notare che le eventuali correzioni da noi formulate al testo è probabile che siano congiunte, quindi approvate da entrambi le commissioni parlamentari. E non si è mai verificato, nella storia della Repubblica, che i pareri espressi di comune accordo da commissioni competenti non vengano prese in considerazione dal Governo.
In tal caso, però, i tempi si allungherebbero, visto che il documento dovrà essere modificato?
Non credo. Comunque, al momento non si possono fare certe valutazioni.
Però, potreste indicare quali sono i punti critici delle nuove tabelle?
No. Entrare nel merito in questa fase, quando si è appena insediata la commissione per l’esame del documento, non è possibile. Bisognerà prima raccogliere le osservazioni prevenienti dai deputati coinvolti. A quel punto, sarà cura della commissione prendere in considerazioni i pareri rilevanti.
Ma prenderete in considerazione i dubbi espressi dal Consiglio di Stato?
Non trascureremo nulla.
L’ultima domanda è per le nuove classi di concorso che riguardano le discipline musicali: considerando che in queste classi non esistono abilitati, è possibile che solo per loro si permetta l’accesso di candidati privi di abilitazione specifica?
Non credo proprio. Quanto indicato nella Legge 107/2015 non può essere contraddetto da un regolamento: per fare il concorso a cattedra occorre l’abilitazione. È un requisito indispensabile.
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