Diventa ogni giorno sempre più concreto il progetto “solido” per la scuola annunciato alcune settimane fa dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: a dar manforte alle parole del responsabile del Miur è stato direttamente il premier Renzi, che in un tweet di poche ore fa ha spiegato che il 29 agosto verranno presentate le “linee guida sulla scuola. Perché tra 10 anni l’Italia sarà come la fanno oggi gli insegnanti. Noi lavoriamo su questo in#agosto”.
Insomma, la riforma della scuola rimane una delle priorità di Palazzo Chigi. Da attuare anche prima di settembre, come inizialmente ci si aspettava. Meglio prima del rientro in classe.
Ora c’è da capire come si muoverà il Governo. Sui contenuti delle linee guida si è scritto tanto: anche la nostra testata ha riportato i possibili cambiamenti. Nelle ultime ore, le indiscrezioni indicano tre grandi capitoli su cui il provvedimento dovrebbe articolarsi: i programmi e le competenze, l’autonomia scolastica e i docenti. È su questi punti che negli ultimi giorni si sono focalizzati i contatti tra il premier Renzi e il ministro Giannini.
“L’obiettivo – scrive l’Ansa – sarebbe quello di perfezionare una serie di linee guida sulle quali poi aprire il dibattito, seguendo il metodo già adottato per le altre riforme. Probabile quindi l’apertura di una consultazione tra insegnanti e cittadini, che potrebbe protrarsi anche per un paio di mesi”.
La richiesta della consultazione “popolare” continua ad essere un ‘pallino’ dei rappresentanti del Pd. Come Umberto D’Ottavio, della commissione Cultura della Camera, secondo cui “le riforme vanno costruite dal basso – ha detto – e con la partecipazione dei cittadini interessati, a cominciare da insegnanti e studenti”.
Detto che resta da capire cosa accadrà qualora dei punti vitali della riforma (orario dei docenti?) fossero rigettati dai diretti interessati, l’altra grossa novità è che questo “pacchetto scuola” non dovrebbe essere una misura a costo zero o addirittura realizzato in chiave di risparmio, ma potrà poggiare su un intervento coperto da un cospicuo stanziamento di risorse nella Legge di Stabilità: nei giorni scorsi Renzi ha parlato di “1 miliardo di euro”. Una cifra considerevole, che trancerebbe di netto il leitmotiv degli anni passati sul fronte scolastico.
È probabile che a questo punto, considerando proprio l’importanza che il Governo continua a dare al settore dell’Istruzione, che non si tiri più indietro dalla promessa fatta. La differenza, rispetto al passato, non è da poco. Soprattutto se a beneficiarne saranno attività scolastiche e personale.
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