Dopo la pausa estiva, i sindacati tornano sul piede di guerra: i leader di Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno fissato per il 24 ottobre una manifestazione nazionale con iniziative regionali.
L’iniziativa verrà preceduta da due appuntamenti di settore: il 15 ottobre si riuniranno i dirigenti scolastici appartenenti alle cinque sigle; una settimana dopo, il 22 ottobre, si svolgerà un presidio per sollecitare il Miur a dare risposte sul fronte degli Ata, la fetta di personale più penalizzata dalla Legge 107/15.
La risposta dei sindacati maggioritari, presa nel tardo pomeriggio del 15 settembre, giunge non a caso nel corso del primo giorno di scuola della maggior parte delle regioni. E nella stessa giornata in cui il ministro dell’Istruzione ha invitato personale e studenti ad apprezzare le novità della riforma. Per i sindacati, che dicono di farsi portavoce di un malcontento generalizzato da parte del personale scolastico, la riforma come è stata approvata, invece, non va e va per lo meno modificata in molte parti. Ad iniziare dal merito, Ma anche per l’esclusione di tanti precari dal fronte delle assunzioni. Per l’eccesso di deleghe che la Legge 107 ha dato al Governo. E tanto altro.
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Ma non è tutto. Perché dai rappresentanti dei lavoratori arriva anche la richiesta di rinnovo del contratto, scaduto ormai da 6 anni. Come pure quella di cancellare i tagli imposti al comparto negli ultimi tempi. Ad iniziare dallo stop delle supplenze per il primo giorno di assenza dei docenti, che metterà in ginocchio le scuole dell’infanzia e primarie, e per la prima settimana di amministrativi e collaboratori scolastici.
Nelle prossime ore, le date della mobilitazione sindacale saranno rese pubbliche attraverso un comunicato. Che sancirà lo stato di belligeranza sindacale nei confronti di Governo e Miur.
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