Niente più decreto legge d’urgenza: martedì 3 marzo in Consiglio dei ministri arriverà solamente il disegno di legge, con l’accortezza però di chiederne l’approvazione in tempi certi. Salta, quindi, l’annunciato decreto.
“Perché – spiega Matteo Renzi – l’esecutivo vuole dare un messaggio al Parlamento e coinvolgere le opposizioni nello spirito delle dichiarazioni del presidente della Repubblica”, scrive l’agenzia Ansa in tarda serata.
“Renzi, spiegano ambienti vicini al Presidente del consiglio, è stufo per l’accusa di “dittatorelli” mossa al Governo dai leghisti e dal capogruppo azzurro Renato Brunetta. Il Governo, è la convinzione del premier, sta lavorando ad un cambiamento radicale ma vuole coinvolgere le opposizioni. Per questo domani il consiglio dei ministri non farà un decreto ma proporrà un DdL chiedendo tempi certi al lavoro parlamentare”.
“Se tutti saranno rispettosi, dice Renzi ai suoi, e attenti, se non ci sarà ostruzionismo, allora le ragioni dell’urgenza saranno rispettate dal normale dibattito parlamentare. Una sfida in positivo, si spiega nell’entourage del premier, sui contenuti e sul metodo e si vedrà come reagiranno le opposizioni”.
Da quel che si comprende, anche se le notizie che giungono sono frammentate e ancora prive di specifiche per fare dei commenti, sembrerebbe che il Governo abbia deciso di inglobare tutto in un unico decreto. Si tratta però di un’approvazione che, al di là delle buone promesse, prevede dei tempi deisamente più lunghi del decreto legge annunciato.
La riforma, in tal caso, non si renderebbe applicabile già dal prossimo anno scolastico. Rimane poi da capire che fine faranno le oltre 100mila assunzioni annunciate: ammesso che possano essere autorizzate anche più avanti, nei prossimi mesi, rimane qualche dubbio sui tempi tecnici di attuazione. Vi terremo comunque informati sugli sviluppi.
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