Parte da Nadia Masini, sottosegretario all’Istruzione nella precedente legislatura, l’allarme sulla questione degli anticipi nella scuola dell’infanzia.
Nadia Masini, che attualmente è sindaco della città di Forlì, è intervenuta sul problema nella sua funzione di presidente della Commissione Istruzione dell’Anci, l’associazione che rappresenta i Comuni italiani, che, nei giorni scorsi si è riunita per esaminare il contesto normativo che oggi consente di accettare nelle scuole dell’infanzia i bambini che ancora non hanno compiuto i 3 anni di età.
L’art. 7 della legge n. 53 prevede che fino all’anno scolastico 2005/2006 i bambini che compiono i 3 anni nei primi mesi dell’anno successivo possano essere accolti fin da settembre in modo graduale e in forma sperimentale.
Come è noto questa formulazione ha aperto la strada ad un ricco contenzioso che ha coinvolto collegi dei docenti, organizzazioni sindacali ed enti locali.
Difficile quantificare il fenomeno delle iscrizioni anticipate: secondo dati diffusi dalla CislScuola qualche mese addietro, i bambini con meno di tre anni accolti nelle scuole dell’infanzia di tutta Italiana sarebbe alcune decine di migliaia, in molti casi sarebbero stati accettati al di fuori di qualunque forma di accordo con i Comuni (che la legge considera invece elemento essenziale) e persino senza apposita delibera dei collegi dei docenti.
In diversi casi sono stati gli stessi Enti Locali a rifiutare la sottoscrizione di accordi con le scuole, mentre, in altre situazioni in cui i collegi avevano deliberato, i sindacati della scuola si sono fermamente opposti evidenziando come le nuove figure professionali previste dalla legge e necessarie per garantire un corretto inserimento dei bambini più piccoli non siano ancora state attivate.
Adesso la Commissione Istruzione dell’Anci mette le mani avanti per il 2006/2007, anno in cui le iscrizioni anticipate dovrebbero essere considerate un fatto ordinario e non più sperimentale, e chiede che il Ministro adotti una proroga ed anzi avvii una seria sperimentale di durata triennale (in effetti, almeno finora, le esperienze realizzate non sono state adeguatamente studiate e monitorizzate).
Ma, poiché la sperimentazione è prevista direttamente dalla legge e non da una circolare ministeriale, per accogliere la proposta dell’Anci sarebbe necessario un vero e proprio provvedimento legislativo.
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