Il Decreto legge n. 4/2019, convertito in L. n. 26 del 28 marzo 2019, ha previsto una misura molto attesa dai dipendenti pubblici: l’anticipo del TFS.
Per far fronte infatti ai tempi lunghi di erogazione del trattamento di fine servizio dopo la cessazione del rapporto di lavoro (da un minimo di 105 giorni a un massimo di 24 mesi), il decreto ha previsto che:
“2. Sulla base di apposite certificazioni rilasciate dall’ente responsabile per l’erogazione del trattamento di fine servizio, comunque denominato, i soggetti di cui al comma 1 nonché i soggetti che accedono, o che hanno avuto accesso prima della data di entrata in vigore del presente decreto, al trattamento di pensione ai sensi dell’articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, possono presentare richiesta di finanziamento di una somma pari all’importo, nella misura massima di cui al comma 5 del presente articolo, dell’indennità di fine servizio maturata, alle banche o agli intermediari finanziari che aderiscono a un apposito accordo quadro da stipulare, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, tra il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell’economia e delle finanze, il Ministro per la pubblica amministrazione e l’Associazione bancaria italiana, sentito l’INPS.
Ai fini del rimborso del finanziamento e dei relativi interessi, l’ente che corrisponde l’indennità di fine servizio, comunque denominata, trattiene il relativo importo da tale indennità, fino a concorrenza dello stesso. […]”.
L’importo finanziabile è pari a 45.000 euro ovvero all’importo spettante nel caso in cui l’indennità di fine servizio sia di importo inferiore. Il tutto con un tasso agevolato.
La misura sarebbe dovuta entrare in vigore con i pensionamenti Quota 100, in modo da consentire ai neo pensionati dal 1° settembre 2019 di riscuotere subito una parte del TFS,
Ma ad oggi non è ancora attiva, perché mancano alcuni passaggi fondamentali.
“Nonostante le nostre continue sollecitazioni – dichiara in proposito la Gilda degli Insegnanti – il Governo non ha ancora emanato i decreti attuativi, bloccando di fatto il provvedimento. Si tratta di una negligenza molto grave che sta penalizzando molti docenti ai quali viene negata la possibilità, prevista per legge, di disporre anticipatamente di una somma di denaro con cui far fronte a impegni economici magari già assunti proprio in virtù di questa norma”.
“Questo ritardo – continua il Sindacato – è scandaloso, perché si tratta di somme versate dagli insegnanti durante gli anni di servizio e che lo Stato, cioè il loro datore di lavoro, dovrebbe aver accantonato per corrispondere la liquidazione nei tempi stabiliti dalla legge. Chiediamo, dunque, al Governo di porre fine a questa situazione vergognosa e di dare immediata attuazione alla norma sull’anticipo pensionistico”.
Solo dopo la pubblicazione dei decreti in Gazzetta Ufficiale, ABI (Associazione bancaria italiana) e Ministero del Lavoro e delle politiche sociali potranno stipulare l’accordo previsto dal D.L. 4/2019 e rendere noto l’elenco delle banche convenzionate.