“Claudia Disi, insegnante romana di 54 anni, è la prima paziente italiana curata con gli anticorpi monoclonali, i farmaci salvavita utilizzati anche dall’ex presidente Usa, Donald Trump, e che solo lo scorso 3 febbraio hanno ottenuto l’ok per la distribuzione nel nostro Paese.” Così il Corriere della Sera il 10 febbraio 2021.
Ne abbiamo già parlato in un precedente pezzo: gli anticorpi monoclonali saranno usati in particolar modo con i soggetti fragili e dunque i docenti particolarmente a rischio, per obesità, per patologie polmonari, per immunodeficienza o altro, potranno usufruire della stessa terapia che ha portato alla guarigione l’insegnante Claudia Disi.
La Disi racconta nella video intervista del Corriere che gli anticorpi monoclonali le sono stati somministrati il 24 dicembre, a circa un mese dal suo ricovero allo Spallanzani di Roma. Prima di allora, le precedenti terapie per malati di Covid non sembravano portare al giusto decorso, dato che la docente continuava ad avere febbre alta, nonostante il tampone si fosse negativizzato. Il Covid le si era insediato alla base del polmone, spiega. L’unica soluzione a quel punto, a detta dei medici, sarebbe stata la terapia monoclonale o il plasma con gli anticorpi.
Gli anticorpi monoclonali le sono stati somministrati tramite flebo, con un’infusione di 90 minuti in unica soluzione. Sin dal secondo giorno Claudia si è sentita meglio ed è riuscita a tornare a casa dopo appena una settimana di monitoraggio.
Peraltro, l’Aifa raccomanda l’uso degli anticorpi monoclonali entro 72 ore e non oltre 10 giorni da quando è stato riscontrato il coronavirus, affinché l’efficacia della terapia possa avere maggiori possibilità di successo, dunque il caso della Disi è reso ancora più speciale dal fatto che la terapia monoclonale le è stata praticata parecchio tempo dopo i primi sintomi del Covid-19.
Ricordiamo che l’Aifa di recente ha dato l’ok all’uso degli anticorpi monoclonali e a seguire il Ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato il relativo decreto.
A questo link il parere del CTS sugli anticorpi monoclonali pubblicato da Aifa: Il CTS, pur considerando l’immaturità dei dati e la conseguente incertezza rispetto all’entità del beneficio offerto da tali farmaci, ritiene, a maggioranza, che in via straordinaria e in considerazione della situazione di emergenza, possa essere opportuno offrire comunque un’opzione terapeutica ai soggetti non ospedalizzati che, pur avendo una malattia lieve/moderata risultano ad alto rischio di sviluppare una forma grave di COVID-19 con conseguente aumento delle probabilità di ospedalizzazione e/o morte.
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