Antiseri: finanziamo la scuola paritaria

Il prof Antiseri ricorda che lo stesso Antonio Gramsci era un difensore della scuola privata: “Noi socialisti dobbiamo essere propugnatori della scuola libera, della scuola lasciata all’iniziativa privata e ai comuni. La libertà della scuola è indipendente dal controllo dello Stato”.

“La scuola statale, scrive Antiseri sul Corriere, “è un patrimonio grande e prezioso che va protetto – salvato innanzitutto dallo statalismo, cioè a dire dal monopolio statale – inefficienti e sciupone – nella gestione del sistema formativo”. Ma “di continuo viene additato come un furto pubblico alla scuola paritaria”, benchè ciò non sia verro se si guardano i finanziamenti pubblici “soprattutto se paragonati al contributo elargito alle scuole non statali da Paesi come il Belgio, l’Irlanda, la Germania, la Spagna o l’Inghilterra”.

Fra l’altro, aggiunge sempre Antiseri, “la scuola paritaria (cattolica e laica) fa risparmiare soldi allo Stato”. Ma oltre all’aspetto economico: “Non è giusto e soprattutto non è libero un paese dove una famiglia che iscrive un figlio a una scuola paritaria debba pagare per questa sua scelta di libertà. Uno Stato che costringe a comprare pezzi di libertà non è uno Stato di diritto. E, intanto, negli ultimi tre anni è morta una scuola libera ogni tre giorni – ogni tre giorni è morto un pezzo di libertà”

E allora, scrive il filosofo, “Una volta messi al sicuro gli edifici scolastici, il presidente Matteo Renzi come pensa di risolvere il problema della parità scolastica? È d’accordo o no con la Risoluzione del Parlamento europeo sulla libertà di insegnamento? Pensa che abbiano ragione i Vescovi, e non solo loro, o si sente schierato dalla parte dei tanti pretoriani del monopolio statale dell’istruzione? Considera o no il buono-scuola una urgente e necessaria terapia per i mali del nostro sistema educativo? Pensa anche lui che è servizio pubblico solo ciò che è statale? Aveva torto quel rappresentante di sinistra il quale, anni fa, dichiarò che il buono-scuola è una carta di liberazione per le famiglie meno abbienti?”

Pasquale Almirante

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