Antitrust: nessun caro libri, tetti sforati per colpa dei testi “consigliati”
Gli aumenti del prezzo di copertina dei libri scolastici figurano sostanzialmente in linea con il tasso d`inflazione, ma in Italia si assiste ormai sempre più abitualmente ad uno sforamento rilevante dei tetti di spesa adottati dal Ministero dell’Istruzione causato soprattutto dall’inserimento nella dotazione scolastica dei testi “consigliati”: è questa la conclusione cui è giunta l`Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato alla luce degli accertamenti sui prezzi dei libri scolastici svolti, in collaborazione con le Unità speciali della Guardia di Finanza, a partire dall’agosto scorso per verificare gli effetti del procedimento istruttorio nei confronti dell’Associazione italiana editori e dei principali editori scolastici. Per l’Autorità non vi sarebbe quindi il caro libri lamentato dalle varie associazioni all’inizio di anno scolastico: dalla mole di dati elaborati emerge piuttosto uno sforamento, anche “rilevante”, dei tetti di spesa adottati dal Ministero, quando si inseriscono nella dotazione scolastica, oltre ai testi da adottare, anche quelli “consigliati”. Secondo l’Antitrust questi libri rappresentano uno strumento che evidentemente l`insegnante intende utilizzare e senza il quale gli studenti non possono seguire efficacemente le lezioni: per questo, sempre secondo l’Autorità, sarebbe più coerente inserirli nella lista dei volumi “da acquistare”, o quanto meno computarli ai fini della verifica del rispetto del tetto di spesa. Metterli fuori listi dando quasi per scontato il loro acquisto, invece, crea non pochi problemi perché in questo modo il budget massimo consentito da viale Trastevere si sfora sicuramente.
Tutt’altro discorso, invece, per altri volumi (ad esempio dizionari o vocabolari) effettivamente facoltativi: in questo caso lo studente dovrebbe essere lasciato libero di utilizzare i testi già eventualmente in possesso della famiglia o di acquistare il testo più economico. L`Antitrust, che ha fatto sapere di avere inviato il resoconto degli accertamenti al Miur ed al Presidente del Consiglio dei Ministri, evidenzia anche la necessità di specifiche iniziative di carattere ministeriale per promuovere un uso sistematico, da parte dei docenti, dell`elenco telematico Aie: gli insegnanti, potendo individuare i libri avendo a disposizione i testi in commercio per ogni materia, con i relativi prezzi, potranno così effettuare scelte che tengono conto dell`intero ventaglio di offerta disponibile.
Quest’ultima indicazione è stata immediatamente avallata dall’Adiconsum, secondo cui è giunto il momento che “nelle scuole si inizi a consigliare l`adozione dei testi e-book al fine di consentire un abbattimento considerevole dei costi e di conseguenza un notevole risparmio per le famiglie“.
Le conclusioni dell’Antitrust soddisfano anche l’Associazione degli editori. “Sono serviti mesi per appurare quello che si poteva risolvere in una semplice riunione – ha detto a caldo Federico Motta, Presidente Aie – ma adesso almeno non ci sono più dubbi: anche l`Antitrust ha confermato che gli aumenti dei prezzi dei libri scolastici ‘erano in linea’ con il tasso d`inflazione. Noi ribadiamo invece che sono sotto il tetto dell`inflazione“. E rispetto al “balletto di cifre” fornito dalle associazioni dei consumatori, per cui a settembre si era parlato di aumenti fino al 40%, Motta attacca: “Questo dimostra da una parte che sono stati buttati via i soldi dei contribuenti con tutti questi mesi d`indagine, ma soprattutto evidenzia dall`altra parte la mala fede delle associazioni dei consumatori che ‘giocano’ con i numeri solo per avere visibilità. Adesso pretendiamo le scuse“. Agli editori non piace poi la proposta dell`Autorità al Governo: “ci lascia fortemente perplessi – dice sempre Motta – perché i tetti di spesa sono funzionali alla costituzione della dotazione libraria essenziale per l`alunno: inserire in modo forzato testi che dovrebbero comunque rientrare nella dotazione della famiglia per la formazione culturale e non solo scolastica dei ragazzi ci sembra quantomeno un controsenso“.
Di tutt’altro avviso gli studenti: “i libri di testo – sostiene Luca De Zolt, della Rete degli studenti – costano sempre di più, ma soprattutto i tetti di spesa del ministero vengono puntualmente aggirati con vari metodi nelle scuole di tutta Italia. Per questo siamo favorevoli alle misure che riducono le possibilità di elusione dei tetti, come l’eliminazione della lista dei libri facoltativi, che molto spesso si verificano tutt’altro che tali”.
Per calmierare i prezzi, secondo gli studenti sarebbe anche importante “favorire il ricorso dell’usato” e nel contempo “aumentare il potere delle rappresentanze studentesche nella verifica del rispetto dei tetti al momento dell’adozione dei libri, prevedendo – conclude De Zolt – forme di veto da parte degli studenti sugli ordini ingiustificabilmente costosi”.