Oggi, 14 maggio, la conduttrice Antonella Clerici, aprendo l’episodio di “È sempre mezzogiorno“, su Rai1, ha parlato dell’appello di SlowFood e dell’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo (Cuneo) per introdurre l’educazione alimentare come materia nelle scuole di ogni ordine e grado.
“Costruire sin da piccoli un dialogo corretto e gioioso con il cibo è molto importante per la crescita, per la nostra salute, per il nostro pianeta. Un futuro migliore si disegna a partire dal cibo. L’educazione alimentare va fatta sin da piccoli. Il gusto si forma quando si è piccoli. Nelle scuole bisogna imparare a mangiare bene, ad avere cibi di qualità”, queste le sue parole.
“Se si fa educazione alimentare e poi c’è la mozzarella con i peli non va bene. In un’altra vita mi occuperò di educazione alimentare nelle scuole. Poche cose ma buone: si parla di educazione alimentare ma poi vai nelle mense scolastiche e si mangiano delle cose orribili. Questo argomento mi sta a cuore”, ha concluso Clerici.
Qualche settimana fa il ministro della Salute Orazio Schillaci ha detto, ai microfoni de Il Messaggero, che si tratta di un aspetto importante da insegnare nelle classi italiane, con particolare riferimento alla dieta mediterranea.
“I corretti stili di vita li vogliamo insegnare a scuola, almeno un’ora a settimana, come una volta si faceva con l’educazione civica”. Per Schillaci, quella di aumentare gli italiani che seguono la dieta mediterranea è una “priorità”. “Aumentarne il più possibile la diffusione consente di avere persone che non solo vivono più a lungo ma soprattutto che vivono in condizioni migliori”.
“È un paradosso anche solo pensare che la dieta mediterranea – che io definisco ‘italiana’ – sia lodata da tutto il mondo scientifico e poi, proprio dov’è nata e soprattutto tra le giovani generazioni, sia poco seguita. Credo sia importante quindi impegnarci per far capire ai più giovani quali sono i corretti stili di vita e di alimentazione. A livello scientifico non vi è dubbio su come la dieta mediterranea abbia un grandissimo effetto in termini di prevenzione per patologie diffuse come diabete o malattie cardiovascolari, vale a dire quelle che rappresentano in Italia la prima causa di morte. Ma aiuta anche a prevenire malattie neurologiche. Mi pare evidente che si tratti di una buona pratica da insegnare nelle scuole”, ha aggiunto.
E quindi come fare educazione alimentare? Ecco la risposta di Schillaci: “Si parte dai più piccoli, sin dalla prima elementare, per insegnargli quali sono gli stili di vita corretti da seguire, come le abitudini alimentari o quelle motorie. Proprio per questo abbiamo aperto un tavolo di discussione con i ministri Valditara, Lollobrigida e Abodi, per portare a scuola un’ora dedicata all’educazione sui corretti stili di vita, come lo era l’ora di educazione civica. Credo sia fondamentale perché insegna ai cittadini di domani il concetto di prevenzione. Ed è un investimento che aiuta nel progetto più ampio di cambiare il paradigma, perché oggi solo il 5% del Fondo sanitario nazionale viene destinato alla prevenzione, e per di più alcune Regioni neppure lo spendono. Bisogna cambiare, perché investire in prevenzione significa anche avere un Sistema sanitario sostenibile”.
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