Categorie: Personale

Anzianità e scatti, valgono tutte le supplenze e già da precari? Ai giudici l’ardua sentenza

L’anzianità di servizio da quando deve essere calcolata? Per il Miur dal primo giorno di immissione in ruolo, includendo anche una parte dell’eventuale precariato.

Tuttavia, sono sempre più i lavoratori della scuola, tutelati dai sindacati, secondo i quali nella ricostruzione di carriera vanno considerati per intero i periodi delle supplenze.

Il braccio di ferro sempre più spesso arriva dal giudice: solo il Codacons e l’Associazione per la difesa dei diritti civili della scuola hanno intrapreso insieme una battaglia di questo genere con oltre 2.200 ricorsi depositati e 3 milioni di euro di risarcimenti complessivi chiesti per docenti e personale Ata.

Nel computo vanno aggiunti i sindacati di comparto, Anief in testa, ma anche quelli rappresentativi, che con frequenza crescente decidono di intraprendere la via dell’impugnazione in tribunale. Con sentenze favorevoli, che fanno intascare al docente o Ata qualche scatto di anzianità (quindi uno stipendio maggiorato) e una quota di arretrati, la cui entità risulta proporzionale agli anni di mancato aumento.

 

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Il Codacons, ha fatto sapere che cominciano ad arrivare i primi risultati: il tribunale del lavoro di Siracusa ha infatti riconosciuto ad un insegnante precario, che durante il giudizio aveva nel frattempo ottenuto la cattedra, l’ anzianità di servizio – a fini pensionistici – maturata durante i rapporti di lavoro a tempo determinato, condannando il Miur anche a corrispondere al docente la differenza retributiva tra quanto percepito e quanto gli sarebbe spettato per effetto dell’anzianità di servizio.

“In tal modo – ha detto l’avvocato Bruno Messina che ha patrocinato la causa e che è anche presidente provinciale del Codacons – si è riconosciuta l’illegittimità dei contratti a termine che il docente-supplente aveva dovuto stipulare per anni, attribuendo al professore quanto gli sarebbe spettato qualora fosse stato immesso in ruolo sin dal primo contratto. Insomma, si è riconosciuto che anche in Italia non si può essere precari per sempre”.

Il passo successivo, su cui stanno lavorando i legali che tutelano i lavoratori della scuola, è quello dell’ottenimento degli scatti automatici dello stipendio già da precari.

Alessandro Giuliani

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