Partono col botto l’Ape social e l’anticipo pensionistico per lavoratori precoci che hanno almeno dodici mesi di lavoro prima dei 19 anni.
Alle ore 13.00 del 17 maggio, il primo giorno utile, all’Inps risultavano presentate già oltre 300 domande. In particolare, riferisce l’istituto di previdenza nazionale, erano 179 domande di Ape sociale e 137 per l’accesso al pensionamento anticipato per precoci.
Sempre l’Inps ricorda che coloro che riceveranno l’Ape sociale potranno avere anche il bonus di 80 euro previsto per i redditi da lavoro bassi. Con la conseguenza che l’indennità annua netta percepita nei tre anni precedenti la pensione (erogata per 12 mesi l’anno invece dei 13 previsti per la pensione e per un ammontare che non può superare i 1.500 euro mensili) potrà essere uguale o anche maggiore del reddito da pensione.
Stefano Patriarca, uno dei tecnici che ha lavorato al dossier Ape ricordando che per i pensionati non è previsto il bonus di 80 euro, ricorda che la misura di welfare prevede il pensionamento anticipato per i lavoratori precoci con almeno 41 anni di contributi e l’indennità Ape per i disoccupati e disabili con almeno 63 anni e con ammortizzatori sociali esauriti da almeno tre mesi e che abbiano almeno 30 anni di contributi.
Ma a chi spetta l’Ape social? Possono accedere coloro che hanno almeno 63 anni di età, assistono il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave; invalidi civili con un grado di invalidità pari o superiore al 74%; dipendenti che svolgono da almeno sei anni in via continuativa un lavoro particolarmente difficoltoso o rischioso. I sei anni si possono calcolare nell’ambito degli ultimi sette.
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L’indennità è corrisposta per 12 mensilità nell’anno, fino all’età prevista per il conseguimento della pensione di vecchiaia o comunque fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione concessa anticipatamente rispetto ai requisiti introdotti dal riforma voluta dall’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero.
Per l’Ape Social “quest’anno sono disponibili 300 milioni di euro, io credo che saranno sufficienti visto che tra l’altro si parte in una fase avanzata dell’anno. In ogni caso se le risorse lo permetteranno ci sarà una sorta di secondo appello, una nuova scadenza al 30 novembre per le domande tardive. Per il 2018 i fondi disponibili invece raddoppiano”, ha assicurato al Messaggero, il 18 giugno, la direttrice generale dell’Inps Gabriella Di Michele.
Sui tempi per l’Ape volontaria, “il dpcm è ancora in fase di predisposizione, poi bisognerà fare gli accordi quadro con le banche e le assicurazioni ma non credo che questo richiederà molto tempo. Penso che dopo l’estate sarà tutto pronto“, ha sottolineato Di Michele.
A proposito dei diversi strumenti previdenziali e assistenziali, “c’è stata qualche iniziativa legislativa che va nel senso della razionalizzazione. Spero che si prosegua in questa direzione. Resta il fatto – sottolinea Di Michele – che l’Inps ha un bisogno disperato di rinnovare il proprio personale. Con la struttura informatica riusciamo a reggere, a fatica, e ad affrontare gli svariati compiti che ci vengono affidati. Ma l’età media del nostro personale è di 57 anni. Abbiamo bisogno di assumere giovani, gli spazi che si sono aperti finora sono solo una goccia nel mare”.
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