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Aperti a Roma gli Stati Generali

Non c’è stato il temuto assedio al palazzo dei congressi dell’Eur da parte degli studenti e dei no-global. Per le strade di Roma hanno sfilato in circa 10.000, ma gli Stati Generali si sono svolti all’interno del palazzo in tutta tranquillità in un’atmosfera ovattata e secondo uno schema accuratamente programmato. Dei circa 1.300 invitati nel grande auditorium sono intervenuti circa in mille. Il ministro Moratti, molto emozionata, ha aperto i lavori alle 10, con più di un’ora di ritardo sul programma previsto.
Ha esordito tranquillizzando la sala con l’affermazione: “Non verrà fatta nessuna riforma se non ci sarà un ampio consenso di tutte le parti sociali” per poi proseguire con un lungo discorso basato su cinque punti: Una scuola per la persona e per la società; una scuola europea, nazionale, locale; una scuola per il territorio; una scuola per il lavoro; una scuola per il capitale umano. Nonostante la vasta contestazione delle forze dell’opposizione e la protesta degli studenti nelle scuole di tutta Italia, il Ministro ha sostenuto che c’è un ampio consenso, confortato dai dati sul gradimento delle famiglie, degli insegnanti e degli studenti forniti dall’indagine Istat commissionata dal Ministero dell’Istruzione.
Letizia Moratti, anche nel corso della conferenza stampa alla fine della mattinata, ha sottolineato il fatto che si tratta di “una grande occasione di dibattito e di confronto che non può essere persa, una prima tappa di un cammino che condurrà alla realizzazione della grande riforma del nostro sistema scolastico” e che, proprio per questo, non può avere timore delle critiche, suscitando gli applausi della sala.
Anche l’intervento del prof. Bertagna, accompagnato da grafici e tabelle che scorrevano sul grande schermo della sala, è stato molto “soft”, tutto ispirato alla massima disponibilità nei confronti delle proposte e delle critiche costruttive. Ha sottolineato più volte che il documento è solo una proposta che può essere modificata o addirittura cambiata. E che, quindi, non è detto, ad esempio, che la scuola superiore debba durare necessariamente 4 anni e non 5, oppure che la scuola dell’infanzia possa essere considerata un credito formativo nel prosieguo degli studi. Ma, soprattutto, ha smentito decisamente le voci allarmistiche che davano per certa l’abolizione del tempo pieno nella scuola primaria o la scomparsa della matematica nel liceo classico e dell’educazione fisica e della musica in tutti gli indirizzi scolastici.
Gli Stati Generali continueranno domani mattina fino alle 13.30 e per le strade della capitale è previsto un grande corteo di studenti e no-global.

Agostino Aquilina

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