Gli insegnanti delle discipline giuridiche ed economiche trovano un esplicito riconsoscimento in un ordine del giorno del deputato Fabio Lavagno, accolto come raccomandazione dal Governo, allegato alla “Buona Scuola”
L’atto, approvato dall’Aula di Montecitorio intende indirizzare al meglio le attività di potenziamento dei percorsi formativi dell’autonomia scolastica previste nella legge di riforma del sistema scolastico.
Si tratta di una finalità che è frutto del lavoro di un Comitato scientifico a cui l’On. Lavagno ha invitato Ezio Sina, Presidente, Massimo Iaretti, responsabile ufficio stampa e coordinatore del Piemonte e Manuela Martino di APIDGE, e riconosce espressamente il ruolo cardine che va ad assumere il docente di Discipline giuridiche ed economiche nel nuovo assetto scolastico, caratterizzato da un organico che intende davvero potenziare l’attività scolastica nel suo complesso.
Al Governo viene chiesto l’impegno perché si indirizzi l’attività delle in modo che a tutti i docenti assunti venga garantita “pari dignità professionale” e l’assegnazione a compiti che siano strettamente correlati con la funzione docente e con i propri titoli professionali e relative competenze. Un principio operativo che si viene quindi a specificare in particolare quanto si raccomanda che venga assicurata ad ogni scuola la presenza di un docente di Discipline giuridiche ed economiche (classe concorso A019). Viene riconosciuta infatti la specificità dell’insegnamento del Diritto e dell’Economia politica che diviene veicolo essenziale per realizzare percorsi didattici di alternanza ‘scuola-lavoro’, anche in riferimento alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Si riconosce infine come per tutta quella serie di attività istituzionali con “contenuti antidiscriminatori ed antiviolenza” occorra che tutte le scuole si organizzino in modo da disporre di docenti con questi requisiti professionali.
Con queste premesse APIDGE riconosce e conferma il proprio impegno “nell’ innalzare i livelli di istruzione e le competenze delle studentesse e degli studenti, di contrastare le diseguaglianze socio-culturali e territoriali, di prevenire e recuperare l’abbandono e la dispersione scolastica, di affermare il ruolo della scuola nella società della conoscenza, di costruire curricoli coerenti con i nuovi stili di apprendimento, in coerenza con il profilo educativo, culturale e professionale degli ordini di scuola, di realizzare una scuola aperta, quale laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione e innovazione didattica, di partecipazione e di educazione alla cittadinanza attiva, di garantire il diritto allo studio e pari opportunità di successo formativo per gli studenti e l’educazione permanente per tutti i cittadini” (comma1 ddl 2004-B)