
Nel giugno 2024 si sono svolte le audizioni della Commissione incaricata di redigere le Nuove Indicazioni. Durante questi incontri, è stata espressa con forza la richiesta di non modificare le Indicazioni Nazionali del 2012, ma eventualmente di aggiornarle. Sono stati inviati numerosi documenti, come richiesto, e molti erano a sostegno di questa posizione. Dopo otto mesi di totale silenzio sull’elaborazione del documento, è stata pubblicata la bozza delle Nuove Indicazioni. A soli dieci giorni dalla pubblicazione, il 21 marzo scorso, la Commissione ha nuovamente invitato le associazioni per un’ulteriore fase di ascolto: 153 pagine da analizzare in soli 10 minuti di intervento, a pochi giorni dalla pubblicazione.
È evidente che queste audizioni siano più un atto formale che una reale volontà di ascolto e confronto. Lo dimostra la netta rottura con l’impianto educativo, pedagogico, culturale e metodologico delle Indicazioni del 2012. I numerosi contributi inviati dalle associazioni pedagogiche e dagli insegnanti – tra cui storici, italianisti e matematici – sono stati completamente ignorati. Inoltre, è mancato il coinvolgimento diretto dei docenti e un reale processo di condivisione con il mondo della scuola. Con l’ennesima presa in giro camuffata da dialogo e una finta apertura alle scuole, il Ministero ha avviato una consultazione per docenti e dirigenti scolastici attraverso un questionario da compilare entro il 10 aprile. Questo strumento, tuttavia, non consente di esprimere riflessioni e valutazioni dettagliate: per ogni quesito è prevista un’unica casella di spunta e la formulazione delle domande sembra costruita per ottenere l’esito desiderato.
Invitiamo quindi scuole, associazioni e sindacati a manifestare il proprio dissenso attraverso queste azioni:
- Non spuntare alcuna casella nel questionario e scrivere nell’unico spazio aperto:
“Non abbiamo fornito risposte perché le opzioni non consentivano di esprimere il nostro punto di vista critico. Respingiamo il testo delle Nuove Indicazioni e contestiamo la totale assenza di un vero confronto nel processo che lo ha generato.” - Organizzare, entro il 10 aprile, una giornata di mobilitazione nelle scuole, con un’occupazione simbolica (30 minuti/1 ora) al termine delle lezioni. Questa iniziativa dovrà avere risonanza mediatica e potrà essere preparata attraverso momenti di confronto formali e informali (organi collegiali, assemblee d’Istituto, chat…) e con cartelli affissi all’esterno delle scuole. Potrà inoltre diventare un’occasione per informare studentesse/i e famiglie sul tema.
CESP – Centro Studi Scuola Pubblica
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