Appello del sindaco di New York Bloomberg ai giovani: niente laurea, fate gli idraulici!

Anche la Grande Mela deve fare i conti con la crisi. Economica e lavorativa. Tanto che per le persone di medie capacità, in verità fare l’idraulico probabilmente sarebbe un affare migliore“, che, “andare ad Harvard“. Dove ci si laurea senza avere più garanzia di essere assunti. Ora, se a dirlo è il sindaco di New York, Michael Bloomberg, nel corso di una seguita trasmissione radiofonica, c’è almeno da porsi il dubbio. L’impressione è stavolta il primo cittadino miliardario, che ha costruito la sua fortuna sulla fornitura di dati e informazioni finanziarie, ha creato un accostamento a dir poco discutibile.
Anche perché non è detto che uno studente, come sostiene, spenda necessariamente “in quattro anni 40-50 mila dollari in tasse senza guadagnare un soldo“: primo perché esistono atenei decisamente meno cari di quello avanzato di Harvard; secondo perché già quando studiano molti studenti americano sono abituati a guadagnarsi da vivere. E quindi non debbono accedere necessariamente ai mutui per pagarsi gli studi.
E poi chi l’ha detto che è più conveniente fare l’idraulico, anche se è una professione che non scomparirà mai perché non si può automatizzare, piuttosto che essere laureati?
Tra chi non crede alle parole di Bloomberg si schiera Umberto Veronesi, il noto oncologo italiano, che a Milano il 20 maggio ha commentato le dichiarazioni del miliardario a margine della cerimonia per consegnare i premi L’Oreal Italia per le donne e la scienza 2013. Veronesi ha detto che “dovremmo essere tutti laureati“, perché il sapere è alla base dell’uomo.
Con le dichiarazioni del sindaco di New York, ha aggiunto l’oncologo, “non sono d’accordo. Anzi, dobbiamo andare sempre più verso la società della conoscenza, dovremmo essere tutti laureati. Non importa poi se uno è laureato e fa l’idraulico, ma è essenziale che uno abbia la conoscenza“.
La possibilità di accedere alla conoscenza, ha concluso, “varia da Paese a Paese (in Italia ci sono quasi la metà dei laureati della media Ue n.d.r.), ma vale il principio. In Italia l’accessibilità alla scuola è molto ampia, in America invece è molto più ristretta per questioni economiche“.
Il punto è proprio questo: Bloomberg ha estremizzato un concetto, riducendolo ad una mera questione economica. Mentre la laurea dovrebbe rappresentare un punto di arrivo. A costo di rimetterci economicamente.
La realtà, purtroppo, è ben diversa. Soprattutto in alcune zone particolarmente svantaggiate. Un esempio, in questo senso, arriva dalla Puglia, nel giorno dell’allarme infanzia lanciato dai volontari di Save the Children: a Bari, nella centrale piazza del Ferrarese, sulle vetrine di una vetrofania i giovani dell’associazione hanno scritto “Mi hanno rubato la terza media”. Secondo i dati diffusi nella stessa giornata, il 69% dei genitori pugliesi afferma di aver dovuto fare i conti con la crisi. E povertà economica, spesso significa anche povertà d’istruzione, secondo i dati diffusi oggi.
Un cruccio per tanti genitori della Puglia è l’ammissione (per il 30% di madri e padri) di non poter pagare l’università ai propri figli, i quali dovranno trovarsi un lavoro per contribuire alle spese (secondo il 18% dei genitori intervistati), oppure bisognerà ricorrere a un prestito (12%). Secondo il 19% dei genitori i propri figli termineranno gli studi con il solo ciclo secondario superiore, e per il 3% non si potrà andare oltre la scuola dell’obbligo. Figuriamo all’Università.

Alessandro Giuliani

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