Il movimento di opposizione alla legge di riforma della scuola sta cercando una via d’uscita alla situazione di disorientamento che sembra sempre più diffusa nelle scuole.
Per il momento l’unica azione “forte” è stata assunta da Cobas e Unicobas (si è aggiunta la CUB nelle ultime ore) che hanno proclamato uno sciopero nazionale del comparto per il 13 novembre.
Per il prossimo sabato 24 i sindacati del comparto hanno promosso manifestazioni regionali alle quali aderiranno anche i Cobas.
Ma il “Vietnam in ogni scuola” minacciato a luglio, per il momento non si è visto.
L’area “Il sindacato è un’altra cosa” (minoranza nella Flc-Cgil) dà una propria spiegazione dello scenario che si sta delineando: finora, sostiene questa componente della Flc, “il contrasto diffuso alla cosiddetta Buonascuola non ha trovato momenti di espressione unitari e di massa”.
“La stagione si era aperta con la promettente assemblea nazionale bolognese del 6 settembre, indetta dalla LIP e che aveva raccolto la partecipazione di una sessantina di associazioni, comitati e strutture sindacali (tra cui la nostra) – si legge ancora nel comunicato dell’area sindacale – ma le settimane successive sono state dominate dalla confusione, dal disorientamento e dalla frammentazione del grande movimento di lotta della scorsa primavera”.
Le responsabilità, a parere di “Il sindacato è un’altra cosa” sono assolutamente chiare: “Le scelte delle maggiori organizzazioni sindacali hanno contribuito in modo determinante a questa confusione ed a questa frammentazione: non hanno indicato un chiaro percorso di lotta sin dall’inizio dell’anno scolastico (assemblee con interruzione della didattica dappertutto il primo giorno di scuola; sciopero delle funzioni aggiuntive) e soprattutto non hanno previsto il rilancio della lotta a livello generale (sciopero nazionale della scuola e corteo nazionale a Roma)”.
A questo punto si pone per il movimento anti-legge 107 il classico problema del “che fare?”
La minoranza Flc non ha dubbi: “E’ necessario dare un segnale diverso e per questo raccogliamo l’invito della LIP ad avviare subito percorsi di confronto e coordinamento e ci impegneremo, nella FLC, nei territori e nelle scuole dove siamo presenti per riavviare una lotta di massa contro la legge 107, per costruire uno sciopero nazionale della scuola il più possibile esteso e partecipato, per costruire una grande manifestazione nazionale a Roma di docenti, ATA, studenti e cittadini”.
Progetto che però sta diventando sempre più difficile da realizzare: per il 13 novembre è già proclamato uno sciopero di Cobas e Unicobas e per il 20 è in programma quello del pubblico impiego (e dunque anche della scuola) dell’USB. Trovare una nuova data che metta d’accordo tutti non sarà semplice. L’appello della LIP e della minoranza Flc rischia di cadere nel vuoto.
E così, per intanto, chi intende scioperare contro la legge 107 potrà farlo solamente il 13 novembre; ma se LIP e minoranza Flc dichiarassero apertamente di voler sostenere l’iniziativa di Cobas e Unicobas potrebbero forse costringere i sindacati maggiori a prendere una decisione.