Lo stanziamento di 85 milioni di euro per consentire l’attivazione di percorsi di didattica a distanza nelle scuole italiane non entusiasma più di tanto il mondo della scuola.
Da diversi giorni circolano nei social commenti negativi accompagnati dalla proposta di destinare quei soldi alla sanità.
I servizi televisivi andati in onda nelle ultime ore che mostrano immagini impietose (automezzi militari che trasportano i morti verso i cimiteri, medici e infermieri disfatti dalla fatica e dal dolore, primari ospedalieri che invocano mascherine e respiratori) stanno facendo breccia e stanno inducendo molti ad organizzarsi.
Come sta accadendo, ad esempio, a Viterbo dove si è costituito un comitato spontaneo di docenti (Coordinamento Scuole Viterbo) che sta lanciando un appello nazionale: “A seguito alle dichiarazioni video della Ministra Azzolina e al Decreto Legge 17 Marzo 2020, il coordinamento scuole Viterbo chiede che gli 85 milioni di euro destinati alla didattica a distanza vengano devoluti tutti a favore della Sanità statale pubblica, quasi al collasso, impegnata duramente per affrontare l’emergenza coronavirus”.
“Siamo convinti – prosegue il Coordinamento – che, nonostante crediamo fortemente nel valore della didattica e dell’insegnamento, il momento drammatico, che tutta l’Italia sta attraversando, richieda di concentrare le energie verso quello che deve essere l’unico e solo fondamentale obiettivo: salvare vite umane e bloccare il contagio evitando il più possibile di entrare in contatto con il virus”.
Per parte sua la ministra Lucia Azzolina, proprio poche ore fa nel corso di una intervista rilasciata “Radio Anch’Io” , ha ricordato: “Sulla didattica a distanza sicuramente la situazione è variegata, con realtà in cui funziona bene e altre in cui meno. C’è un grande sforzo da parte dei docenti. So che alcuni sono in difficoltà, ma la situazione potrà migliorare”.
La Ministra ha anche sottolineato che “non abbiamo alternative, non devono essere gli studenti a pagare questa crisi; d’altronde la didattica a distanza non è solo apprendimento ma anche rassicurazione per gli studenti”.
Va anche detto che i fondi previsti dal decreto Cura Italia sono destinati in larga misura all’acquisto di strumentazione da mettere a disposizione degli studenti.
“Al personale della scuola – conclude in proposito il Coordinamento Scuole Viterbo – è consentito da decreto restare a casa, il personale medico e paramedico deve, invece, operare sul campo e con le dovute cautele. Siamo convinti che i fondi di cui sopra, destinati alla scuola statale pubblica, possano essere meglio impiegati nell’acquisto di mascherine, disinfettanti, respiratori e tutto quello che può servire ad allestire camere di terapia intensiva di cui ultimamente si ha un bisogno vitale”.
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