Siamo docenti del Liceo Statale Margherita di Savoia di Napoli (seguono firme) che avendo appreso di analoghe iniziative di docenti di altre scuole napoletane esprimiamo a nostra volta disappunto in merito alle decisioni varate ai vari livelli istituzionali per la riapertura delle scuole con il rientro in classe in piena pandemia.
Siamo infatti convinti che in assenza di un valido piano vaccinale che includa tutti gli operatori scolastici e un serrato piano di test antigenici tra gli studenti per prevenire la diffusione del contagio del virus SARS-Cov-2, tutti i presìdi, interni ed esterni alle scuole, previsti dalle recenti Ordinanze e DPCM emanati, possano risultare gravemente inadeguati trasformando, involontariamente, i plessi scolastici in incubatori per una maggiore diffusione della pandemia.
Procrastinare, pertanto, la chiusura delle scuole è purtroppo una irrimediabile decisione dettata da una realistica valutazione dello stato delle cose.
Infatti, pur confermando il valore imprescindibile della socializzazione, per un più proficuo apprendimento e per una più efficace formazione umana e civile dei giovani, richiamiamo l’attenzione sul fatto che le misure che dovrebbero permettere la riapertura delle scuole e le attività didattiche in presenza come ingressi e uscite scaglionate, scomposizione degli originari gruppi classe, turnazioni, didattica mista, obbligo di mascherine, disposizioni di banchi nel rispetto delle distanze prestabilite, sospensione delle uscite didattiche e dei cosiddetti intervalli, non favoriscono per niente la socializzazione. Senza considerare che la condizione di allerta sanitaria costante tiene in uno stato di tensione l’intera comunità scolastica compromettendo la serenità dei rapporti, a tutti i livelli. A queste condizioni la cosiddetta didattica digitale integrata (DDI), quella che si andrebbe a svolgere rientrando, sarebbe sicuramente peggiore della didattica a distanza che rimane unica alternativa valida in quanto didattica di emergenza.
Ci auguriamo che queste condizioni eccezionali possano essere superate al più presto, ribadendo che la DAD costituisce, in questo particolare momento, l’unico strumento alternativo valido in grado di garantire sicurezza sanitaria per tutti.
Lettera firmata da 69 docenti