I lettori ci scrivono

Appello riforma reclutamento, bisogna conoscere le regole

Al Presidente Mattarella e al Ministro Valditara è stata inviata una petizione in cui si chiede di raggirare la legge. E’ titolata “A difesa della qualità e della libertà d’insegnamento”: tra le firme appaiono quelle di Alessandro Barbero e di Ernesto Galli della Loggia.

Il cuore della richiesta riguarda la “Modifica immediata della bozza relativa alle nuove modalità di reclutamento dei docenti … dando, nelle prove concorsuali, la giusta centralità alle conoscenze disciplinari” con l’eliminazione dei vincoli posti dal “pensiero pedagogico unico ministeriale”. Si tratta della difesa del tipico modello d’insegnamento universitario: un indirizzo che confligge con il D.L. 1/2020 che l’ha separato e distinto da quello della scuola.

Nelle aule scolastiche le conoscenze disciplinari sono da intendere come lo “strumento e l’occasione per uno sviluppo unitario, ma articolato e ricco, di funzioni, conoscenze, capacità e orientamenti indispensabili alla maturazione di persone responsabili e in grado di compiere scelte”.

Può essere opportuno ricordare che il legislatore, cinquant’anni fa, ha ridisegnato la scuola modificandone la finalità: gli studenti, al termine del percorso scolastico, devono aver maturato le capacità e le competenze per interagire positivamente con l’ambiente. Un indirizzo che le dirigenze scolastiche non hanno mai sviluppato, trascurando il previsto cambiamento della struttura decisionale.

La petizione tende al rinforzo della generalizzata trasgressione della legge.

In conclusione si richiama il significato di libertà d’insegnamento, facoltà che il legislatore ha operazionalizzato. Inizialmente i docenti la esercitano collegialmente “programmando l’azione educativa”: elaborano e adottano gli obiettivi dell’apprendimento. Tali traguardi sono poi adattati alla specificità delle classi; gli insegnamenti sono “coordinati”.

Infine, gli insegnanti progettano la loro attività didattica: ideano e preparano materiali finalizzati sia al conseguimento dei traguardi definiti con i colleghi di classe, sia alla trasmissione di una precisa e fedele immagine della propria disciplina.

Enrico Maranzana

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