Noi, Specializzandə dell’VIII ciclo del Corso di Specializzazione per le attività di sostegno agli studenti e alle studentesse con disabilità delle Università italiane, vorremmo far luce su una realtà che non può più restare in ombra.
Infatti, vogliamo portare all’attenzione pubblica la contraddizione tra la domanda formativa e l’offerta lavorativa che formula il Ministero dell’Istruzione e del Merito rispetto agli insegnanti di sostegno, figure fondamentali per il diritto allo studio per le persone con disabilità, garantito dalla frequenza scolastica (L. 517/1977), considerata un fattore essenziale per l’inclusione (Corte Costituzionale, sentenza 215/1987).
Il diritto allo studio delle persone con disabilità è inderogabile così come sancito dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 80 del 2010. Chiediamo che questa sentenza venga rispettata, attraverso la stabilizzazione di tutte le risorse formate sul sostegno (VIII, VII e VI ciclo) in modo tale da mettere a disposizione delle famiglie, degli alunni e delle classi, docenti esperti e formati. La sentenza è chiara: non esistono ragioni di bilancio che giustifichino la riduzione dei servizi e delle risorse (gli insegnanti di sostegno) che garantiscono il diritto allo studio delle persone con disabilità.
Siamo professionisti, non tappabuchi. Chiediamo a gran voce l’immissione in ruolo, a seguito della specializzazione e dell’anno di prova. Chiediamo che siano rispettate la sentenza n. 80/2010 della Corte Costituzionale, la Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, nonché quanto chiaramente indicato nei documenti di indirizzo dello stesso Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, in cui si legge che «La Commissione sosterrà gli Stati Membri affinché sviluppino ulteriormente i loro sistemi di formazione degli insegnanti specializzati in Special Need Education e le competenze di tutti i professionisti del settore educativo» (cfr. Commissione Europea, Strategie per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030).
Per quanto riguarda la nostra formazione, ogni anno il Ministero dell’Istruzione chiede alle Università di formare un certo numero di docenti specializzati per le attività di sostegno. Si accede tramite selezione pubblica: test preselettivo, prova scritta e prova orale. Superata questa triplice selezione, ogni specializzandə è tenuto ad affrontare una spesa in tasse che varia, in base all’Università, tra 2.700,00 € e 4.000,00 €, esclusi vitto, alloggio, trasporti.
Questa formazione, focalizzata sullo sviluppo di competenze specifiche nell’educazione e didattica per l’inclusione di tutti gli studenti e le studentesse, è il risultato di un impegno intenso e profondo, sostenuto da selezioni rigorose e prove in itinere volte a garantire l’eccellenza dei futuri docenti in questo settore.
Infatti, il percorso prevede circa 10 mesi di formazione intensiva e si articola in insegnamenti trasversali, laboratori professionalizzanti, tirocinio diretto ed indiretto, corsi sulle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, concludendosi con la produzione di un elaborato finale, di una relazione sull’esperienza di tirocinio, di un’Unità didattica di Apprendimento (UdA) e di un contenuto digitale relativo all’UdA. La decisione di dedicarci a questa specializzazione, nonostante i sacrifici e l’impegno, nasce dalla consapevolezza della pressante necessità di docentə preparati a supportare adeguatamente gli alunni con disabilità. L’assurdo è che dopo una formazione altamente professionalizzante, queste risorse formate su richiesta del Ministero, vengano fatte rimanere precarie dal Ministero stesso. Fino all’anno scorso, infatti, il Governo ha provveduto a rinnovare annualmente il doppio canale di reclutamento (introdotto dall’art. 59 del Decreto Legge 25 maggio 2021, n. 73) che prevedeva l’accesso al ruolo tramite concorso ordinario oppure chiamata diretta da 1a Fascia GPS (graduatorie provinciali per le supplenze).
In questo modo, molti specializzati riuscivano ad essere chiamati subito dalle graduatorie provinciali per l’inizio dell’anno di prova, al superamento del quale era garantita l’immissione in ruolo a tempo indeterminato come docenti di sostegno.
Quest’anno la recente approvazione del Decreto Milleproroghe non ha previsto il rinnovo del reclutamento diretto da 1a Fascia GPS. Pertanto, a causa della mancata proroga del c.d. art. 59, si torna nel limbo del precariato che, per le alunne e gli alunni con disabilità significa non avere riferimenti chiari e duraturi.
Rispetto alla proposta del Ministro Valditara non riteniamo che una continuità didattica triennale su richiesta della famiglia sia una soluzione adeguata, perché significa attribuire alle famiglie un ulteriore carico e una responsabilità non loro. Inoltre la scuola primaria e la scuola secondaria di secondo grado hanno un ciclo di studi di cinque anni, quindi si tratterebbe, di nuovo, di una continuità parziale e precaria. Senza considerare la continuità del lavoro che si fa “dietro le quinte” e “sulla classe”: progetti, gruppi di lavoro, rete, coprogettazione per tuttə.
Per quanto riguarda i concorsi, si tratta di concorsi-imbuto. Quello attuale bandisce sui posti di sostegno in tutta Italia 15588 posti in disponibilità (cfr. tabelle ministeriali in Decreto MIM n. 77 e 78 del 17/1/2024), mentre attualmente si stanno formando circa 30.000 aspiranti docenti di sostegno (Decreto MIM n. 694 del 30 maggio 2023).
Tuttavia vi sono:
• circa 110.000 studenti con disabilità che non possono usufruire di un numero adeguato di ore di sostegno; inoltre non è garantita la continuità allievə/insegnante a causa della precarietà contrattuale degli insegnanti stessi. (338.000 studenti con disabilità – 228.000 insegnanti di sostegno) Disabilità e scuola, un binomio complesso (istat.it)
• dei 228.000 insegnanti di sostegno in servizio, 67.000 non sono specializzati (cfr. L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità – Anno scolastico 2022- 2023 (istat.it) e, per l’anno scolastico in corso, è stato necessario nominare 135.138 docenti supplenti non formati per saturare tutte le cattedre scoperte (cfr. Docenti precari in Italia, l’emergenza si aggrava: i numeri – (tecnicadellascuola.it)).
Ricapitolando: 110.000 studenti con disabilità non sono seguiti come avrebbero diritto; il Ministero chiede di formare 30.000 docenti specializzati, i quali però non sono stati ammessi all’attuale concorso neppure con riserva. In ogni caso, il concorso ordinario bandito a dicembre 2023 copre poco più di 15.000 posti. In questo quadro che posto ha l’inclusione?
Chiediamo di ottenere lo spazio necessario a riappropriarci quantomeno della narrazione di noi stessi; che le famiglie e gli studentə sappiano dei percorsi da cui arrivano i loro e le loro insegnanti, delle rinunce, dei sacrifici, dell’infinita formazione a cui non ci siamo mai sottratti, ma che rischia di fagocitare la nostra giovinezza, le nostre energie e il nostro entusiasmo, che vorremmo invece dedicare alla formazione dei nostrə studentə.
Abbiamo scelto questo percorso per rispondere alle esigenze dei nostri studenti e delle loro famiglie, impegnandoci a sostenere il diritto all’educazione, pilastro fondamentale della nostra società. Riconoscere l’importanza del nostro lavoro è cruciale non solo per l’attuale società ma anche per il futuro del nostro Paese.
Date tutte queste premesse, chiediamo, così come è avvenuto a Genova, che i Consigli Regionali del Paese si impegnino ad avviare un tavolo di lavoro con la Settima Commissione di Camera e Senato per ottenere la stabilizzazione, sino a esaurimento, di tutti i docenti specializzati nei precedenti cicli e specializzandi VIII ciclo. Se ciò non sarà possibile e/o risolutivo, siamo pronti e pronte a discutere del contenuto di questo comunicato e a proporre nuove e possibili soluzioni ad un tavolo con il Ministero dell’Istruzione, le delegazioni sindacali che ci appoggiano e i rappresentanti degli/delle Specializzandə delle Università firmatarie.
Specializzandə dell’Università degli Studi di Bari
Specializzandə dell’Università degli Studi di Bergamo
Specializzandə dell’Università di Cagliari
Specializzandə dell’Università UNICAL della Calabria
Specializzandə della Secondaria di I e II grado dell’Università di Chieti
Specializzandə dell’Università degli Studi di Firenze
Specializzandə dell’Università degli Studi di Foggia
Specializzandə dell’Università di Genova
Specializzandə dell’Università di UNISOB di Napoli
Specializzandə dell’Università di Macerata
Specializzandə dell’Università di Messina
Specializzandə dell’Università degli Studi di Milano
Specializzandə dell’Università degli Studi di Milano Bicocca
Specializzandə dell’Università di Sassari
Specializzandə dell’Università degli Studi di Padova
Specializzandə Università Degli Studi di Palermo
Specializzandə dell’Università degli Studi di Parma
Specializzandə dell’Università degli Studi di Pisa
Specializzandə dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria
Specializzandə dell’Università Foro Italico di Roma
Specializzandə dell’Università LUMSA di Roma
Specializzandi dell’Università degli Studi di Salerno
Specializzandə dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Specializzandə dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia
Specializzandə dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza
Specializzandə dell’Università degli Studi di Torino
Specializzandə dell’Università degli Studi di Trento
Specializzandə dell’Università degli Studi di Udine
Specializzandə dell’Università degli Studi di Verona