La legge delega di Riforma dell’Istruzione è stata definitivamente approvata il 12 marzo dal Senato della Repubblica con 146 voti favorevoli, 101 contrari, 2 astenuti. L’attuazione della riforma sarà graduale, ma già dal prossimo anno scolastico sarà consentito l’anticipo delle iscrizioni alla scuola dell’infanzia e alla prima classe della scuola primaria.
Ecco i commenti emessi "a caldo" da alcuni leader sindacali.
"Il voto di oggi del Senato consegna al Paese una legge sulla scuola della quale non si sentiva il bisogno" ha commentato Enrico Panini, leader della Cgil-Scuola "come dimostrano ampiamente il tormentato iter parlamentare e la grande opposizione registrata nelle scuole e nel Paese".
Più morbido, invece, il commento di Massimo Di Menna, leader della Uil: "la Uil Scuola non ha pregiudizi ed è pronta a confrontarsi con il Governo portando al tavolo di confronto le richieste che provengono con forza da chi a scuola lavora ogni giorno: la necessità di considerare gli organici come una risorsa, l’esigenza di valorizzare il lavoro e le professionalità. Sono questi i problemi che la riforma dovrà risolvere ed è in base a questi parametri che andrà seguita e valutata".
Caustico Alessandro Ameli, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, associazione professionale composta da soli docenti: "Una riforma sbagliata nel metodo e nel merito quella approvata oggi definitivamente dal Senato. E’ stato eluso il confronto democratico e si è puntato ad un risultato di immagine, ignorando volutamente l’esigenza di una maggiore condivisione sugli obiettivi generali".
"I pesanti tagli agli organici in atto" conclude Ameli "quelli prevedibili per effetto della stessa riforma, le questioni contrattuali costituiscono le premesse per gettare di nuovo la scuola italiana nel caos".