Dopo mesi di discussione è stata approvata in via definitiva dal Parlamento la legge delega fiscale (la n.23 del 11 marzo, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 12) il cui spunto più eclatante e che interessa tutti è la riforma del catasto degli immobili, con l’obiettivo di correggere molte iniquità contenute nelle modalità di determinazione delle rendite catastali.
Tra i principi e criteri direttivi da applicare per la determinazione del valore catastale degli immobili la delega indica, in particolare, la definizione degli ambiti territoriali del mercato, e la determinazione del valore patrimoniale utilizzando il metro quadrato come unità di consistenza al posto del numero dei vani.
La riforma dovrà avvenire a invarianza di gettito, tenendo conto delle condizioni socio-economiche e dell’ampiezza e composizione del nucleo familiare, così come riflesse nell’Isee. Il Parlamento monitorerà il processo di revisione, mentre il cittadino potrà contare su particolari misure di tutela anticipata in relazione all’attribuzione delle nuove rendite.
Nel corso dell’esame al Senato è stata riformulata la previsione di un regime fiscale agevolato per la messa in sicurezza degli immobili, nel senso che la riforma dovrà essere accompagnata da un regime agevolato per la realizzazione di opere di adeguamento degli immobili alla normativa in materia di sicurezza e di riqualificazione energetica e architettonica. La delega fiscale ha anche l’obiettivo di proseguire il contrasto all’evasione e all’elusione fiscale e di permettere il riordino dei fenomeni di erosione fiscale.
La delega dispone l’emanazione di disposizioni per dare attuazione al cosiddetto contrasto di interessi fiscali fra contribuenti, ovvero la contrapposizione dell’interesse del venditore con quello del compratore, che comporta l’ampliamento della detraibilità degli scontrini fiscali per combattere l’evasione.
Con finalità antielusive viene disciplinato il divieto del cosiddetto abuso del diritto, del quale viene fornita una prima definizione: costituisce abuso del diritto l’uso distorto di strumenti giuridici allo scopo prevalente di ottenere un risparmio d’imposta, ancorché tale condotta non sia in contrasto con alcuna specifica disposizione. La riforma salvaguarda comunque la legittimità della scelta tra regimi alternativi espressamente previsti dal sistema tributario. L’onere di dimostrare il disegno abusivo in campo fiscale è posto a carico dell’amministrazione finanziaria, mentre grava sul contribuente l’onere di evidenziare valide ragioni extrafiscali alternative o concorrenti che giustifichino il ricorso a tali strumenti. Per stimolare l’adempimento spontaneo degli obblighi fiscali la delega introduce anche norme per favorire un migliore rapporto tra Fisco e contribuenti attraverso forme di comunicazione e cooperazione rafforzata.
Altro aspetto interessante della riforma riguarda l’ampliamento dell’istituto del tutoraggio dell’amministrazione finanziaria nei confronti dei contribuenti, in particolare quelli di minori dimensioni e operanti come persone fisiche, per l’assolvimento degli adempimenti, della predisposizione delle dichiarazioni e del calcolo delle imposte. Prevista anche la possibilità di invio ai contribuenti, e di restituzione da parte di questi ultimi, di modelli precompilati delle dichiarazioni fiscali. Il sistema del tutoraggio sarà accompagnato dall’istituzione di forme premiali, consistenti in una riduzione degli adempimenti, in favore dei contribuenti che vi aderiscano.
Quindi semplificazione da associare alla sempre maggiore possibilità di rateizzazione dei debiti tributari. I ritardi di breve durata nel pagamento di una rata, ovvero errori di limitata entità nel versamento delle rate non dovranno comportare l’automatica decadenza dal beneficio della rateazione. Il Governo è poi delegato a riformare gli attuali regimi fiscali per favorire la semplificazione, anche in riferimento alla struttura delle addizionali regionali e comunali.