Manuela Ghizzoni in un tweetter scrive che l’emendamento stabilisce che “il Piano dell’Offerta Formativa è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico. Il Piano è approvato dal consiglio di circolo o di istituto”.
L’emendamento dispone inoltre, secondo quanto scrive Il Corriere della Sera riportando il commento di Somona Malpezzi, che il Piano triennale «è rivedibile annualmente» e che deve indicare sia «il fabbisogno dei posti comuni e di sostegno dell’organico dell’autonomia sulla base del monte orario degli insegnamenti, con riferimento anche alla quota di autonomia dei curricoli e agli spazi di flessibilità, nonché del numero di alunni con disabilità» sia «il fabbisogno dei posti per il potenziamento dell’offerta formativa». I tre anni sono del resto anche il periodo di tempo entro i quali un preside viene valutato, come già previsto dalle norme attualmente in vigore, per cui si deprimerebbe il superpotere dei presidi-manager.
Un altro emendamento del Pd in discussione prevedrebbe inoltre che il dirigente sia valutato dal Consiglio di istituto, che è composto da docenti, genitori, e- nel caso delle scuole superiori – anche dagli studenti.
Un altro degli emendamenti approvati domenica scorsa riguarda la formazione artistica e musicale. In particolare, secondo una modifica proposta dal Pd e approvata, «il fondo di funzionamento amministrativo e didattico delle istituzioni statali dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica è aumentato di 7 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2002».
Un altro emendamento al testo, sempre proposto dai democratici e riportato dal Corriere della Sera, stabilisce che «per il potenziamento degli obiettivi formativi e per promuovere l’eccellenza italiana nelle arti», con decreto del Ministro dell’Istruzione di concerto con il Ministro dei Beni culturali, si riconosca «l’equipollenza tra titoli rilasciati da scuole e istituzioni di rilevanza nazionale e operanti nei settori di competenza del Mibact», come ad esempio l’Accademia di arte drammatica, «alla laurea triennale, magistrale o specializzazione».
Se oggi chi si diploma all’Accademia di danza della Scala, o all’Accademia di arte drammatica, non aveva un riconoscimento specifico per poter insegnare, dopo il ddl potrà vedersi riconosciuto un titolo acquisito in una «istituzione nazionale».
Un altro emendamento consente agli istituti scolastici di utilizzare per l’insegnamento della musica, dell’inglese e dell’educazione motoria, «nell’ambito delle risorse di organico disponibili, docenti abilitati all’insegnamento per la scuola primaria in possesso di competenze certificate, nonché docenti abilitati all’insegnamento anche di altri gradi di istruzione in qualità di specialisti ai quali è assicurata una specifica formazione nell’ambito del Piano nazionale».
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